Beatles FabFictions

Here Comes The Love, FanFiction su George!

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IMeMine
view post Posted on 19/7/2009, 21:45




Ciauz!
La dolcissima Anna,mi ha chiesto se potevo ripostare la mia prima fic,avevo già intenzione di farlo,ma il suo messaggio ha fatto sì che mi decidessi una buona volta :fox-emo-009.gif: quindi,ecco qui la prima parte della fic,fino al capitolo 8,non ho potuto postarla tutta in questo post perchè c'erano troppi caratteri...
BUONA LETTURA!!

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CAPITOLO 1



Susan si sentiva euforica quella mattina di Aprile,camminava a passo spedito verso la London University stringendo in mano un volantino.
Quel giorno avrebbe finalmente incontrato LUI!Il solo pensiero mandava in fibrillazione il cuore di Susan,che fece un profondo respiro per tentare di calmarsi..senza risultato pero'.
Si era truccata e vestita con cura,sempre seguendo il proprio stile pero':niente di vistoso,indossava un maglione color panna con un morbido collo alto,un paio di jeans stretti su cui aveva infilato degli stivali neri scamosciati col tacco basso,completava il tutto un paio di occhiali dalla montatura grossa e squadrata e una borsa nera,appesa ad un braccio.Aveva i capelli castani con riflessi ramati,corti,li portava in un carrè scalato con una leggera frangetta,davanti erano piu' lunghi,a incorniciare il viso,grandi occhi verdi,con lunghe ciglia,un nasino a patatina(il suo tormento!) e una bella bocca carnosa,nel complesso si considerava una ragazza carina;pensò controllando il proprio look sul riflesso di una vetrina.
ricominciò a macinare la strada che la separava dall'Università"che stupida che sono"pensò"a sentirmi emozionata come se fossi una sciocca ragazzina alla prima cotta"eppure non poteva farci nulla,sentiva un tuffo al cuore ogni volta che vedeva una sua foto o sentiva la sua voce,sorrise al pensiero di cio' che provava..se non era amore era di sicuro la cosa che piu' gli si avvicinava!
Non aveva ancora pronunciato mentalmente il SUO nome...perchè sapeva che appena l'avesse fatto il risultato sarebbe stato quello di tutte le altre volte...
"Sto per vedere dal vivo GEORGE HARRISON!!!" e come tutte le volte il nome di lui le fece aumentare il battito del cuore e un lieve rossore le imporporo' le guance,aggiungendo un altro po' di dolcezza ai suoi tratti.
Era una grandissima fan dei Beatles,li adorava tutti,ma George aveva un posto speciale per lei"se solo fossi nata nel periodo giusto.."penso' per l'ennesima volta"chissà che sarebbe successo.."
La testa non l'aveva tra le nuvole,ma direttamente nella stratosfera...infatti senza pensarci scese dal marciapiede senza guardare il semaforo,che segnava rosso.
Susan sentì un clecson,si voltò e vide una macchina che le veniva addosso,un forte stridere di freni...e una botta tremenda,poi,il buio.
L'ultima cosa che pensò fu"NO!DEVO incontrare GEORGE!!".

Riaprì gli occhi dopo pochi secondi,almeno l'impressione era quella,intorno a lei c'era un capannello di persone con lo sguardo preoccupato-Si è ripresa!-gridò qualcuno-Grazie a dio-sentì dire da una bella voce,qualcuno si chinò su di lei toccandole delicatamente una spalla-Come sta?-era il proprietario della bella voce,Susan aveva la vista annebbiata,sbattè un paio di volte le palpebre e finalmenta riuscì a mettere a fuoco il viso dello sconosciuto.
"OK,sono impazzita del tutto,ho le visioni!!",accovacciato vicino alei c'era George Harrison...GIOVANE!!!-Ha attraversato col rosso e non sono riuscito a frenare abbastanza in tempo!!Ma che a cavolo stava pensando???!!-disse guardandola severamente.
Un raggio di luce attraversò il cervello fuso di Susan"MA CERTO!è Dahni!!é ovvio che non possa essere George!!che idee assurde!!".
Lui la stava squadrando con aria interrogativa-Ma stai bene?- -Ermmh..sì,credo,sono rimasta sconcertata vedendoti Dhani e..- -Dhani?!E chi è?Se non sai come mi chiamo vuol dire che o sei un'aliena o ti sei fatta veramente male!-.
Intanto la folla era aumentata,assiepandosi intorno a loro due,finchè qualcuno gridò-HEY!!AVETE VISTO?GEORGE HARRISON HA INVESTITO UNA RAGAZZA!!!-
Susan fu sicura di sentire il proprio cervello fare TILT!


CAPITOLO 2

"CALMATI SUZE!Devo essere svenuta e questo è solo un sogno...OK..un sogno MOLTO realistico,ma un sogno!".
Nel frattempo George la scrutava intensamente-Ce la fai a muoverti?-le chiese,Susan provo' a mettersi seduta,a parte un po' di capogiro sembrava che non ci fosse niente di rotto"A parte le visioni,sto bene"pensò cupamente.
George tese la mano per aiutarla ad alzarsi...lei esitante allungò il braccio,le dita si sfiorarono,quel contatto fu come una scossa elettrica,il cuore di Susan mancò un battito;la mano di lei scomparve in quella di lui,così grande,maschile,rassicurante.
Involontariamente un sorriso affiorò sulle labbra di George mentre un pensiero gli attraversava la mente"Che mano piccola che ha!",la tirò su' senza nessuno sforzo,usando un po' troppa foga per le gambe malferme di Susan che barcollo' e per non cadere dovette aggrapparsi al petto del ragazzo.Il cuore le martellava in gola,alzò il viso verso quello di lui e sorrise timidamente,George non potè fare a meno di ricambiare-Scusa,sei così leggera..-poi diede uno sguardo intorno,la folla non faceva che aumentare-Che ne dici se ce na andiamo via?ti dò un passaggio con la mia macchina,è meglio se non cammini per ora,ok?--V-Va bene-balbettò Susan mentre George,che non aveva mai smesso di tenerle la mano la trascinava verso la propria auto,la faceva sedere e chiudeva la portiera.
Fatto ciò si girò verso la folla e disse-OK GENTE,LA RAGAZZA STA BENE,LO SPETTACOLO è FINITO,CI VEDIAMO DOMANI ALLA STESSA ORA,CREDO CHE METTERò SOTTO UNA VECCHIETTA!-tra le risate generali,fece l'occhiolino e il vecchio inchino alla Beatles,provocando uno scroscio di risa maggiore e qualche applauso.
Susan sedeva in macchina martoriandosi le mani,non capiva che stesse succedendo,se era davvero un sogno era il piu' vivido che avesse mai avuto,percepiva ancora la stretta della mano di George,il suo profumo,quando si era aggrappata a lui.Ripensarci le faceva sentire le farfalle nello stomaco.
"Starò davvero solo sognando?"si chiese mentre George saliva in macchina e l'accendeva.


CAPITOLO 3

La macchina partì con un rombo-Sei sicura di stare bene?-chiese George,un'occhio sulla strada e uno su di lei-Praticamente non hai detto una parola,non so nemmeno come ti chiami,per poco non ti ammazzavo...questo mi dà il diritto di sapere il tuo nome-Susan sorrise nonostante l'agitazione-Susan,mi chiamo Susan Casey--Piacere Susan,io sono..--George Harrison-finì lei al posto suo.
-Ah!Quindi mi conosci..mi avevi chiamato con un'altro nome prima...--Sì.Dhani--Chi è?Un tuo amico?Mi somiglia forse?-A Susan sfuggì un sorriso mentre rispondeva-Beh,sì,ti somiglia molto-
-Senti-continuò lei dopo una breve pausa-So che questa domanda suonerà strana...ma...sai..ermmhh..dirmi in che anno siamo?-George fermò l'auto ad un semaforo rosso e ne approfittò per girarsi a guardarla sgranando gli occhi-Prego?--Ermmhh..è che sono parecchio scombussolata e...ecco..-come poteva spiegargli che non sapeva che anno era perchè lei veniva dal futuro?
arrivava ad intuire l'anno dal taglio di capelli e dai vestiti di George,capelli fino alle spalle,baffi,abiti psichedelici "67 o 68"pensò lei.
-Sei parecchio strana,vestiti compresi,comunque per tua informazione siamo nel 1968-Susan fece un profondo sospiro...il sogno piu' incredibile di tutta la sua vita!
George le lancio' un'altro sguardo dubbioso-Quindi dove abiti?-La ragazza fu sul punto di dargli l'indirizzo del suo piccolo appartamento a Fulham,aprì la bocca e la richiuse,come un pesce,lei non aveva nessun appartamento a Fulham nella Londra del 68,non era nemmeno nata cavolo!Nessun posto dove andare...era sola...capì di dover giocare un po' sporco..ma che altro poteva fare?
-veramente,non ho un posto dove stare,stavo andando a fare un colloquio,ma ormai è inutile,mi avevano detto che se non arrivavo in orario il posto l'avrebbero assegnato ad un'altra ragazza-George si schiarì la gola rumorosamente,non solo l'aveva investita,ma le aveva fatto perdere il lavoro,che bravo!
-Senti se hai bisogno di soldi...-Susan si sentì punta sul vivo-Non accetto la carità da nessuno,Grazie!--Però vorrei farmi perdonare in qualche modo-Era riuscito a portarlo là dove voleva lei,così disse-Ho bisogno di un lavoro e un posto dove stare...che ne dici di assumermi?-George accostò la macchina prima di fare il bis e mettere sotto qualcun'altro-ma sei impazzita?Non ti conosco nemmeno!--Tienimi in prova,posso fare qualunque cosa,lavo,stiro,pulisco e...cucino benissimo-Conosceva il punto debole di George-Ho fatto un corso professionale di Cucina Italiana-Il ragazzo sembrava parecchio interessato-Mmmhh..in effetti mi farebbe comodo una mano,Pattie è andata a trovare la sorella che ha appena avuto un bambino e starà via almeno 2 mesi...-Fissò Susan negli occhi molto intensamente,lei si sentì sprofondare in quello sguardo color cioccolato...scuro,magnetico;aveva l'impulso di guardare altrove...le avrebbe letto l'anima se continuava a fissarla in quel modo,ne era certa.
D'improvviso lui interruppe il contatto e disse solo-Ok-ma nella testa di George si affollavano i pensieri"é la ragazza piu' strana che abbia mai conosciuto...ed è tutto dire!Una parte di me dice che dovrei lasciarla perdere,fregandomene....ma...un'altra parte di me mi urla che se la facessi andare per la sua strada me ne pentirei..."
Susan invece non era in grado di connettere,era riuscita nel suo intento!
"WOW!Se è davvero un sogno non voglio proprio svegliarmi!!".
-Vivrai da me,visto che non sai dove andare.Starai in prova UNA SETTIMANA,se per QUALUNQUE motivo dovessi essere scontento te ne andrai SUBITO e SENZA FARE DISCUSSIONI,capito?Ne ho già abbastanza di litigate...-"Parla degli altri della band..."pensò tristemente Susan e poi disse-AGLI ORDINI CAPO!-facendo un saluto militare,che fece ridere George-Affare fatto allora-le disse porgendole la mano-Affare fatto-rispose lei stringendogli la sua...di nuovo una scossa...che stavolta fu percepita anche da George,si fissarono di nuovo negli occhi,senza abbandonare l'uno la mano dell'altra "prevedo guai"fu il pensiero di entrambi.


CAPITOLO 4

George riprese a guidare portando la macchina fuori dalla città,verso il Surrey,dove abitava.
Durante il viaggio calò un silenzio che nessuno dei due sembrava intenzionato a rompere,non era uno di quei tipici silenzi imbarazzati da ascensore;semplicimente entrambi si sentivano rilassati dalla presenza dell'altro,senza bisogno di mettere di mezzo inutili parole.
"Com'è possibile?"si chiese George"l'ho appena conosciuta...ma mi sento a mio agio con lei"Da quanto non provava quella sensazione?le uniche altre persone che sembravano capirlo con uno sguardo erano "i ragazzi"...ma ormai anche quel legame sembrava spezzato per sempre a causa di tutti i litigi che li stavano logorando.
Le lanciò un'occhiata in tralice,era girata verso il finestrino e guardava il paesaggio scorrere,in apperenza tranquilla.
In realtà Susan aveva l'impressione che da un momento all'altro la testa le si sarebbe staccata dal corpo per volare via...era così che si sentiva,la testa leggera...e le farfalle nello stomaco...una brutta sensazione davvero!
Ad un tratto la macchina si fermò davanti a un bungalow dipinto a motivi psichedelici con un bel prato intorno.
-Siamo arrivati!-La voce di George spezzò il lungo silenzio-Hai una bella casa-disse Susan-Grazie-rispose lui mentre apriva la porta d'ingresso,la casa era arredata con il tipico stile anni 60-70,George la porto' per un breve tour-Il salotto,la cucina,il mio prezioso studio di registrazione,la mia camera da letto e-disse aprendo una porta-La tua-La camera era confortevole,con una morbida moquette per terra e un letto enorme,Susan faticò a non arrossire pensando COSA eavevano visto quelle pareti-Lì c'è il bagno-continuò George"Meno male che ho il bagno privato"pensò lei con sollievo.
L'idea di scontrarsi sulla porta del bagno con George magari seminudo le faceva salire la pressione,minacciando di farla arrossire di nuovo.
-é tutto perfetto,mi ci troverò benissimo,grazie!-
-Ok,ti Lascio così ti puoi dare una rinfrscata,ci vediamo in salotto-
-D'accordo,ci vediamo tra poco-disse Susan mentre chiudeva la porta,dopodichè ci si appoggiava sospirando profondamente.
Andò in bagno,c'era un piccolo lavandino e una vasca col sifone per la doccia attaccato al muro.Niente tenda.
Aprì il rubinetto dell'acqua fredda e si sciacquò il viso,che sentiva in fiamme.
In quell'istante fu certa del dubbio che l'aveva tormenta dall'inizio di tutta quella strana faccenda.Non era un sogno.Era tutto vero.
Ma invece di essere presa da un'attacco isterico una calma consapevolezza si fece strada in lei,alzò il viso verso lo specchio sopra il lavabo,il suo riflesso le ricambiò uno sguardo in apparenza tranquillo,i suoi grandi occhi verdi come lagetti di montagna...calmi in superficie,ma agitati da mille correnti in profondità.
Così sicuri a prima vista,ma tanto insidiosi nella realtà.
L'immagine riflessa sorrise.
Quante volte aveva sognato,desiderato che una assurdità simile si verificasse?
a chi importava il COME e il PERCHè?
Sempre guardandosi allo specchio disse-Potresti essere morta nell'incidente,forse questo è il mio paradiso personale-ci pensò su un'attimo;
-Chi se ne frega-sentenziò,prese un'ascigamano e si asciugò il viso.
Voleva vivere quell'avventura come veniva,prendendo le cose così com'erano e...beh..divertendosi.Era pronta.
Trovò George seduto sul divano che ad occhi chiusi ascoltava della musica indiana mentre fumava quella che inequivocabilmente era una canna.
Susan alzò gli occhi al cielo,doveva aspettarselo,anzi,prepararsi per cose peggiori.
-Hermmh..-si schiarì la gola,George aprì gli occhi,un sorriso rilassato gli affiorò alle labbra,ancora una volta il cuore le mancò un battito"é così dannatamente sexy"pensò Susan mentre si avvicinava al divano.
-Vuoi?-chiese lui,la ragazza scosse la testa -No grazie,per ora no-
George alzò le spalle e fece un tiro profondo,come si sentiva bene!
-La casa non è grande come hai visto-disse lui-Non c'è nessuno che fa le pulizie,perchè io odio gli estranei in giro-
Susan annuì e basta,questo stupì parecchio George,si era aspettato che gli chiedesse come mai allora aveva deciso di assumere lei che..beh..aveva letteralmente raccattato dalla strada.
George le puntò gli occhi addosso,lei ricambiò lo sguardo senza timore...gli occhi marroni di lui catturati da quelli verdi di lei..e viceversa...intrappolati in un vortice che risucchiava entrambi.
Quella sensazione ancora una volta...una connessione in cui bastava lo sguardo e le parole erano superflue.
"Mi sembra di precipitare"pensò George"è come avere le vertigini..ma sono certo che non è per la marijuana...piccola che mi stai facendo?"Si riscosse e spostò lo sguardo altrove-Verrano i ragazzi ogni tanto-Un altro cenno d'assenso di Susan,nessuna stupida uscita del tipo"Quali ragazzi?",nessun risolino idiota.Quella ragazza non era "strana" come aveva pensato fino a quel momento,quella ragazza era "speciale".
Di nuovo quel bellissimo sorriso si fece strada sulle labbra di George,illuminandolo e mandando il cuore di Susan su di giri.
"Mmmmhh...chissà che succederà"si domandò divertito George mentre faceva un'altro tiro e lasciava vagare il suo sguardo color cioccolato sulla ragazza.


CAPITOLO 5

Susan e George cominciarono a parlare del piu' e del meno,ma man mano che il tempo passava si spostarono su argomenti piu' personali.
Senza nemmeno rendersene conto,entrambi si raccontarono confidenze che faticavano a a dire perfino agli amici piu' cari,era così facile aprirsi con l'altro;intanto le ore passavano,mentre i due immersi nella loro conversazione non se rendevano conto.
D'improvviso george volse lo sguardo alla finestra e finalmente si accorse che era sera inoltrata,-Dio!Ma che ore sono?-chiese stupito-Le 8,15-disse Susan.
-Stiamo parlando da CINQUE ore??!-george era davvero incredulo,non aveva mai amato parlare molto...ecco perchè al pubblico era noto come "il Beatle tranquillo".
Perfino con Pattie a volte faticava a comunicare,mandando la moglie su tutte le furie...aveva sempre creduto di essere un tipo riflessivo,che preferiva il silenzio ad una sciocca e futile conversazione..."Ma tutto cio' che ci siamo detti io e Suze non era nè sciocco nè futile,anzi,sfogarmi con lei è stato fantastico!condividere i miei pensieri con qualcuno che ti capisce...non credevo facesse stare così bene..credo di aver trovato un'ottima amica".AMICA.Questa parola si fissò nel suo cervello a lettere cubitali...non aveva mai avuto una donna come amico perchè c'era sempre di mezzo il sesso,non che non si sentisse attratto da lei,ANZI,era il primo pensiero che aveva avuto quando l'aveva vista sedersi sulla poltrona di fronte a lui...ma dopo tutto quel tempo passato a parlare George voleva solo non combinare casini con quella ragazza tanto speciale,"Quindi niente sesso!"pensò con un piccolo moto di sconforto.
Scosse la testa come schiarirsi meglio le idee e tornò a guardare Susan,anche lei persa in imperscutabili pensieri,finchè non si alzò dalla poltrona e sorridendo disse -é ora di preparare la cena e cominciare a guadagnarmi il principesco stipendio che mi paghi!-
-Prego?-rispose George ridendo-Principesco stipendio un corno!Non ricordo di aver menzionato la parola STIPENDIO!-
Susan fece una finta faccia stupita -Tutte uguali le rock star!Ricche sfondate e tacchagne da far paura!- -Ben detto!-disse lui.
Ridendo andarono in cucina -Vediamo cosa mangerà stasera la star del rock,nonchè emerito taccagno,George Harrison...rullo di tamburi...TAAAHDAAAHH- dicendo questo la ragazza splancò il frigo,trovandolo desolatamente vuoto.
Richiuse lo sportello sgranado gli occhi,poi lo riaprì infilandoci la testa dentro e gridando- EHILààà!!C'è NESUUUUNOOO?-
George scoppiò a ridere -é che da qunado Pattie è patita cinque giorni fa ho sempre mangiato fuori...ma domani sarà meglio far la spesa!-
-Se non vuoi arrivare al cannibalismo reciproco,ed io non ci tengo!,direi che la spesa va fatta per forza!-
Susan tirò fuori le poche provviste che c'erano nel frigo;un'ora dopo erano seduti a mangiare,-Mmmmh che buona questa frittata!-Disse George servendosi la terza fetta.
La ragazza era shockata,sapeva che lui era noto per essere una "buona forchetta",ma vederlo dal vivo era un'altra cosa!
-ma come fai a mangiare tanto?E soprattutto DOVE metti tutta la roba che ingurgiti?-
-metabolismo veloce-Rispose lui addentando un pezzo di frittata.
-Non è giusto!Io sto ingrassando soltanto guardandoti!Dovrei punirti per vendicare noi povere ragazze sempre a dieta!-
-ma non sei grassa!-le disse George
-Seeeh,magari!ma...-susan si bloccò a metà frase,in effetti nel '68 non c'era ancora l'ossessione per la magrezza tipica degli anni vissuti da lei.
-Ma...?-Chiese George,
-...Ma..sono una falsa magra!- -Sarà..-rispose lui dubbioso.
Rimasero seduti a tavola a chiaccherare ancora un po',poi,mentre Susan faceva i piatti,George andò in salotto,prese la chitarra e sedendosi su una poltrona cominciò a suonare qualcosa.
Per poco la ragazza non fece cadere per terra un bicchiere dalla sorpresa.
Durante il pomeriggio trascorso a parlare si era pian piano dimanticata chi fosse il ragazzo con cui si stava scambiando confidenze.Era diventato semplicemente George.
Ma sentendolo suonare Susan fu di nuovo consapevole che lui era anche "George il Beatle".
Si voltò a guardarlo,dalla porta della cucina si vedeva la poltrona dove era seduto,intento a pizzicare le corde della chitarra;sentendosi osservato alzò gli occhi,trovando lo sguardo luminoso di Susan,che gli gridò-Se suoni così male non ti meriti i 10 pence che volevo darti-
George sogghignò-Solo quelli che pagano in anticipo possono fare richieste-
Susan si asciugò le mani su uno strofinaccio,poi si frugò nella tasca dei pantaloni mentre attraversava il salotto,trovò i 10 pence e fece cadere la monetina dentro un posacenere pulito che c'era sul tavolino davanti a lui.
Trattenendo una risata George fece un mezzo inchino dicendo-Qualche richiesta?-
-Una canzone che vorrei dedicare a quel taccagno del mio capo:Taxman-rispose lei seria.
George scoppiò a ridere come un pazzo,mentre lei fingeva disgusto -Questi musicisti!-
Il ragazzo si ricompose un po' iniziando a suonare e cantare:-Let me tell you how it will be
There's one for you, nineteen for me
'Cause I'm the taxman, yeah, I'm the taxman..- anche se ogni tanto si rimetteva a ridere.
Susan era incantata...GEORGE STA SUONANDO PER ME,NEL SUO SALOTTO!
Finita l'esibizione fece un'inchino e prese i 10 pence per infilarseli in tasca cantando -I'm the Taxman yeah!-facendo ridere Susan che si riprese dallo shock e battendo le mani disse -Non sei niente male ragazzo,dovresti migliorare un po',ma credo che farai strada!-
Lei tornò a lavare i piatti e George suonò per lei,finito di mettere a posto la cucina Susan tornò da lui che vedendola arrivare mise via la chitarra.
Passarono ancora un paio d'ore a parlere,ridere e scherzare,o semplicemente in un silenzio complice,rilassato.Una serata perfetta.
Si diedero la buonanotte davanti alla porta della camera di Susan -Sono contento di averti incontrato Suze...anche se mi dispiace il modo in cui è successo!-disse George sogghignando -Anch'io sono felice di averti incontrato...un po' meno dell'incontro ravvicinato con la tua Mini!-gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio sulla guancia -Buonanotte George- -Notte Suze- rispose lui baciandole a sua volta la guancia,dandole la sensazione che il punto sfiorato dalle labbra di lui stesse bruciando.
La ragazza chiuse la porta mandando un lungo sospiro,mentre si appoggiava alla parete,ignara che George fosse nella stessa posizione in camera sua,sospirando a sua volta.Entrambi sicuri che ci sarebbe voluto un po' prima di riuscire a dormire.


CAPITOLO 6

Durante la notte Susan si svegliò "Che sogno assurdo che ho fatto"Pensò rigirandosi nel letto"Finivo indietro nel tempo e venivo investita da George Harrison che mi portava a casa sua!".Chiuse gli occhi e tornò a dormire.
Fu svegliata dalle lame di luce che filtravano attraverso le tende,la stanza era in penombra,ma Susan capì subito che non era la sua camera da letto.
Dopotutto non era stato un sogno.
"Sono davvero a casa di George!devo dire che non mi dispiace per niente continuare questa "avventura",anzi..".
Si alzò e andò in bagno a farsi una doccia,nonostante l'assurdità della situazione era di ottimo umore,cominciò a canticchiare Let It Be,una canzone che non era ancora stata pubblicata,questo la fece sghignazzare,"Potrei dire che l'ho scritta io" pensò continuando a ridere sotto i baffi.
Mentre era seduta davanti allo specchio a pettinarsi si mise a riflettere seriamente che avrebbe dovuto essere molto cauta a non far trapelare notizie sul futuro,nè a George,nè a chiunque altro.
Poteva scatenare un disastro temporale.
Andò in cucina e diede un'occhiata all'orologio appeso al muro,le nove e mezza.
George le aveva accennato che aspettava ospiti per colazione,"Forse dovrei andare a svegliarlo",ma come se le avesse letto nel pensiero in quel preciso istante entrò in cucina George,che le diede il Buongiorno sorridendo.
-Dormito bene?-le chiese-Benissimo grazie,ieri ero davvero distrutta..un po' come qualcuno messo sotto da una macchina-disse lei sorridendo maliziosa,-Questo grazie a me purtroppo- -Figurati George!Ti sto prendendo in giro!Quando mi ricapita di far sentire in colpa un Beatle?- -Ah,ah!Molto divertente!-disse lui con un finto tono acido.
continuarono a prendersi in giro a vicenda mentre Susan si arrangiava coi pochi viveri rimasti per preparare la colazione.
aveva appena tolto dalla padella l'ultimo pancake che sentirono il suono del campanello,George fece per alzarsi,ma la ragazza gli mise una mano sulla spalla per tenerlo seduto,quel contatto casuale le fece saltare il cuore in gola e senza che lei potesse saperlo fece aumentare il battito anche a lui.
Intanto l'ospite misterioso dava l'impressione di avere il dito incastrato nel campanello,visto che non aveva smasso un'attimo di suonare.
Susan spalancò la porta e sorridendo disse -Buongiorno!-Il sorriso le si gelò sulle labbra,davanti a lei stava uno sbalordito Paul McCartney in tutto il suo splendore.
La ragazza aveva sempre saputo che Paul era "Quello Bello"...ma mai avrebbe potuto sospettare QUANTO bello fosse dal vivo.
Era qualcosa di inumano.
George era molto carino e decisamente pieno di fascino,ma Paul era...indescrivibile.
I capelli così scuri,la bocca sensuale non coperta dai baffi e quegli occhi!
Grandi,enormi,contornati da lunghe ciglia,da perderci la testa.
Lo shock duro' solo pochi momenti,Susan si riprese in qualche modo e fece accomodare Paul,precedendolo in cucina.
Il ragazzo ancora non aveva detto una parola.
-Hey,Paulie!Buongiorno!-gli disse George -Ciao Harri-Rispose lui dubbioso-Per un momento ho creduto di aver sbagliato casa!-continuò Paul lanciando uno sguardo interrogativo verso Susan;-Lei è Susan,mi aiuta con la casa ora che Pattie è via-.
La ragazza tese la mano -Ciao,mi chiamo Susan Casey- -Paul McCartney-disse lui sempre perplesso,la ragazza diede l'impressione di leggergli nella mente quando aggiunse,mentre si stringevano le mani:-Io non sono una "pupa da cancello" che George ha raccattato fuori da casa sua,sono qui SOLO per dare una mano con le faccende-;A quel punto Paul sorridendo disse -scusami,è che di solito le ragazze che ci stanno intorno...- -Sì,lo so,ma non è questo il caso- -Già,adesso lo so-.
Paul si era appena seduto a tavola accanto a George che sentirono bussare alla porta.Bussare però non rendeva l'idea,era piu' come se qualcuno stesse cercando di buttarla giu'!
Aprendo la porta Susan vide che erano in due...ovviamente Ringo e John.
Anche loro come Paul la guardarono straniti,poi John disse flemmatico:-Complimenti Georgie,in una sola notte sei migliorato tantissimo!-Susan scoppiò a ridere e mentre li faceva accomodare si presentò,spiegando anche a loro che era SOLO la domestica.
Dopo qualche attimo di imbarazzo Susan servì la colazione e su insistenza di George e degli altri si sedette anche lei a mangiare con loro.
Quando i ragazzi videro come George le parlava con confidenza decisero di fare altrettanto e passarono piacevolmente la colazione.
Mentre Susan stava sparecchiando John si rivolse a George e parlò con accento di Liverpool,sicuro di non essere capito:-Certo che te la sei scelta ben carrozzata la "domestica"!Non me la presteresti per una giornata?-George sorrise malizioso,non fece in tempo a rispondere che Susan si era parata davanti a John,con le mani sui fianchi e parlando con lo stesso accento gli rispose -Si dà il caso che capisco benissimo l'accento Scouser!La prossima volta che farai apprezzamenti del genere ti assicuro che proverai molto dolore.Beatle o non Beatle.-
John amava stuzzicare le persone e quella ragazza sembrava un soggetto interessante.
Si alzò in piedi,sovrastandola-Mi farai male?TU?-disse con condiscendenza
Lo sguardo di lei si accese ancora di piu',facendo eccitare John" chissà che farebbe se la baciassi...mmmhh di sicuro Harri mi spaccherebbe la faccia e non voglio litigare con lui"
-Se hai il coraggio te lo dimostro subito!-disse lei furiosa-Certo!Sono davvero curioso!-.
Gli altri avevano seguito la scena divertiti,quella ragazza era davvero fenomenale!
-é meglio spostarsi in salotto-disse Susan mentre si slacciava il grembiule,seguita da John che sorrideva e scuoteva la testa.
La ragazza si girò per affrontarlo-Mi prometti che non te la prenderai e soprattutto non mi farai causa?Anche perchè non ho un soldo da darti-
Ridendo John si mise una mano sul cuore e disse -prometto!E prometto di andarci molto leggero con te,sei così carina e piccola-
-Se lo dici tu..-rispose la ragazza sorridendo malignamente.
Paul però cominciava a preoccuparsi per lei,anche se John fosse "andato leggero" era pur sempre una ragazza, cavoli!Si girò verso George-ma non intervieni?-Gli chiese,l'amico si limitò ad alzare una mano,come per dirgli di calmarsi.
La sera prima Susan gli aveva detto che praticava delle discipline orientali chiamate karate e kung fu e che era molto brava,gli aveva spiegato che servivano a difendersi,quindi non era preoccupato.
Intanto i due "avversari"si erano messi in posizione,John non aveva smesso un momento di blaterare,saltellando come Mohamed Alì,Susan invece era tranquilla,finchè John non fece la sua mossa avvicinadosi e allugando il braccio.
La ragazza lo afferrò per il bavero della giacca di velluto e lo fece letteralmente volare in aria,atterrandolo sul pavimento mentre gli teneva una mano alla gola.
Erano tutti sbalorditi,anche George.L'ammirazione verso di lei da parte dei quattro ragazzi crebbe ancora.
John non aveva capito come fosse finito sul pavimento..riuscì solo a pensare"WOW!!" mentre si rimetteva a sedere,battendo le mani,seguito a ruota da Paul e George e dai fischi di Ringo.
-Insegnaci come si fa!-disse Paul-sei riuscita a far tacere Johnny!Noi è 10 anni che ci proviamo- scoppiarono tutti a ridere-Solo una bella ragazza puo' stendermi a terra-rispose John facendo arrossire Susan -Ah-Ah,adesso il mio orgoglio sta un po' meglio-disse lui.
L'avevano accettata.
Susan capì che "i ragazzi"adesso la consideravano diversa,in senso buono, rispetto alle solite donne che gli ronzavano intorno e ne era felice.
Erano curiosi di sapere dove aveva imparato quelle mosse e lei gli raccontò un po' dell'origine delle due arti marziali e che le aveva imparate per poter andare in giro senza la paura costante di essere aggredita.
Parlarono ancora per un po',poi i ragazzi si ritirarono nello studio di registrazione e Susan iniziò le faccende domestiche.
Dopo qualche ora riemersero dallo studio,-Andiamo ad Abbey Road-le disse George,credo di tornare per stasera,comunque ti ho lasciato i soldi per la spesa,a stasera Suze-le diede un bacio.
Ancora quella sensazione di avere la pelle che bruciava al tocco delle labbra di lui.
Anche gli altri la salutarono con un bacio,l'ultimo fu Paul,che rimase indietro apposta,lasciando i ragazzi andare avanti per prendere le auto;stringendole delicatamente la mano disse,-Domani sera darò una festa a casa mia,mi farebbe piacere se venissi,quando siamo agli studi lo dirò a George,così venite insieme- Susan si sentì avvampare,Paul McCartney la stava invitando ad una festa!!
Lui le lanciò un suo tipico sguardo pieno di malizia mentre un sorriso obliquo affiorava alle labbra.
-Mmmh,mi piacerebbe venire,se per George non è un problema,ovvio!-
-Allora siamo a posto!Ci vediamo domani sera Suze,ci conto!-
-Ok-disse la ragazza sorridendo e agitando la mano per salutarli.
Chiuse la porta lentamente,con calma,dopodichè si mise a saltellare per la stanza gridando-ODDIO-ODDIO-ODDIO!!!-con un sorriso ebete sul viso.
All'improvviso si bloccò-Non ho niente da mettermi!!-disse in preda al panico.


CAPITOLO 7

Susan rimase ferma in mezzo al salotto,ancora interdetta.
Viveva a casa di George Harrison.
Aveva appena conosciuto i Beatles.
Era stata invitata ad una festa da Paul McCartney.
Barcollò fino al divano dove si sedette a pensare tenendosi la testa fra le mani,era davvero troppo,sentiva il cuore che le batteva furioso nel petto,un attimo si sentiva preda dell’euforia,l’attimo dopo credeva di soffocare dall’apprensione,lei era solo una normalissima ragazza qualunque,come poteva solo pensare di partecipare ad un party dei Beatles?!Di sicuro si sarebbe sentita un pesce fuor d’acqua..ma..quella era un’occasione unica.
Non poteva,non DOVEVA lasciarsela sfuggire.
Si alzò dal divano piena di determinazione,sarebbe andata alla festa e si sarebbe divertita!
Ricominciò a pulire la casa finendo in fretta,era pronta per andare in paese a fare la spesa e magari cercare un vestito per la serata.
La strada principale era molto carina e con stupore di Susan piena di bei negozi alla moda,ma non c’era nulla che le piacesse davvero.
Ovviamente era per via del diverso gusto nel vestire,le era sempre piaciuto lo stile anni 60,ma comunque non amava eccessivamente le cose troppo stravaganti,stava quasi per desistere,quando guardando la vetrina di un piccolo, anonimo negozio LO VIDE.
Era perfetto,originale,ma non troppo bizzarro,entrò come una furia nel negozio e lo comprò.
Non era nemmeno caro!George le aveva lasciato la cifra esorbitante di 50 sterline per fare la spesa.
Ovviamente il ragazzo non conosceva il reale prezzo delle cose,con 50 sterline poteva fare la spesa per un mese nel 1968!
Comunque non aveva nessuna intenzione di usare quei soldi,le banconote che aveva con sé non potevano essere spese,essendo state stampate di recente,ma per fortuna era piena di monete.
Ringraziò mentalmente il tizio dell’edicola che le aveva dato il resto di soli spiccioli “è stato solo ieri mattina,ma sembra che siano passati secoli..beh,in effetti sono passati 40 anni..o meglio passeranno!”.
Ancora una volta quei pensieri assurdi da “Ritorno Al Futuro” la fecero sghignazzare.
Le rimanevano anche i soldi per un paio di scarpe,le trovò,erano fantastiche,stavano benissimo col vestito.
Ora era sicura che non avrebbe sfigurato alla festa di Paul!
Andò al negozio di alimentari e fece la spesa.
Tornò a casa distrutta da tutto quel girare per negozi,ma soddisfatta.
Fece una doccia per rilassarsi e preparò da mangiare,George non si era fatto sentire,quindi pensò che sarebbe tornato a cena,ma si stava facendo tardi e di lui nemmeno l’ombra.
Susan pensò che probabilmente erano immersi nel creare quelle magiche canzoni che tanto amava,così mangiò da sola tenendo la cena di George da parte.
Andò in salotto e accese la televisione;la stanchezza prese il sopravvento e Susan scivolò nel sonno.
Molto più tardi George rientrò a casa,stupito trovò Susan addormentata sul divano e la televisione accesa.
Sorrise a quella visione,mentre dormiva sembrava così...indifesa,come una bambina,eppure quella stessa mattina era stato testimone della sua forza, non solo perché era riuscita a mettere a tappeto John,ma anche e soprattutto per come gli aveva risposto,dimostrando di avere un notevole carattere.
Sospirò,più la conosceva più gli piaceva ancora una volta il pensiero di un coinvolgimento sessuale gli passò per la testa e ancora una volta l’idea di rovinare il più bel rapporto che aveva mai avuto con una donna lo fece desistere.
Inoltre chi gli diceva che anche lei fosse interessata ad andare a letto con lui?
Certo,quando lo guardava aveva visto i suoi occhi accendersi -altro sospiro- ma probabilmente non era altro che l’idea di essere con “George Harrison,Beatle” che la faceva arrossire ogni tanto e le accendeva lo sguardo,rendendola ancora più carina e desiderabile.
Le si avvicinò,attento a non fare rumore, per guardarla meglio.
Era così...innocente,di sicuro non meritava di essere usata da uno come lui,che era andato a letto con una buona parte del genere femminile in giro per il mondo!
Le scostò dolcemente una ciocca di capelli dal viso e lei fece una piccola smorfia con la bocca,George rise in silenzio.
La prese in braccio con delicatezza per non svegliarla e la portò in camera,dopo averla stesa sul letto la coprì con la trapunta.
Senza pensare,seguendo solo l’istinto si chinò e le diede un tenero bacio a fior di labbra,erano così morbide,così invitanti;avrebbe voluto approfondire il contatto,ma sapeva che sarebbe stato un grosso errore.
Una lieve carezza sul viso,l’ennesimo sospiro ed uscì dalla stanza.
Il mattino seguente Susan si svegliò nel letto,completamente vestita,non ricordava di essere arrivata in camera.
“Oddio!Mi deve aver portato qui George!E se avessi fatto qualcosa di imbarazzante tipo russare..o..sbavare???”,sotterrò la faccia nel cuscino,piena di vergogna.
Dopo aver fatto la doccia ed essersi vestita andò in cucina per preparare la colazione,notò che la porta d’ingresso era aperta.
Susan si avvicinò e sbirciando fuori vide George parlare con un gruppetto di ragazze;chissà cosa avrebbero detto se l’avessero vista!
Tornò in cucina,dopo qualche minuto sentì la porta chiudersi e George la raggiunse in cucina sorridendo.
-Buongiorno- gli disse imbarazzata-Grazie per avermi portato in camera,ma potevi svegliarmi-
-E perdermi lo spettacolo?No,no!-rispose lui addentando un pezzo di pane tostato.
-Oddio lo sapevo!Ho fatto qualcosa di imbarazzante?Stavo russando?-
George scoppiò a ridere -Niente di imbarazzante,eri solo carina,sembravi una bimba- .
Susan sentì le guance in fiamme,non sapeva come prendere quell’affermazione,George le aveva appena detto che era carina...ma non voleva che pensasse a lei come ad una bambina!
-Mmmh ieri Paul mi ha invitato alla sua festa di stasera- disse per cambiare argomento,
-Lo so,me l’ha detto-rispose secco lui.
-Se ti dà fastidio non c’è problema...- -Non mi dà fastidio Suze,anzi,ma vorrei solo che tu stessi molto attenta stasera,ok?-disse George guardandola negli occhi -probabilmente l’hai già sentito,ma te lo dico chiaramente,gira un sacco di droga alle nostre feste e ci sono degli stronzi che approfittano delle ragazze mentre sono “fatte”- le prese con dolcezza la mano- E nemmeno il tuo karate o il tuo kun-qualcosa possono servirti in una situazione del genere- le strinse la mano.
Susan era sopraffatta da mille emozioni,ma l’unica parola che le uscì fu un -Grazie- balbettato.
-Di niente,lo so che ci conosciamo da poco,ma ci tengo molto a te,la tua amicizia è preziosa- .
-Anche per me è molto preziosa la tua amicizia George,ti prometto di stare attenta stasera..altrimenti poi chi ti sente papà!!-
Risero insieme e finirono di fare colazione.
-Mmmh ho visto che oggi ci sono delle fans- disse Susan mentre sorseggiava il suo the.
-Già,è stato strano non averle viste per ben DUE giorni!Mi hanno detto che avevano saputo da fonti certe,chissà chi,che ero partito con Pattie...adesso la pacchia è finita- disse lui con amarezza.
-Cosa pensi che diranno vedendomi?-chiese Susan preoccupata.
-Penseranno che tu sia una ragazza che è qui per “tenermi compagnia” mentre Pattie è via,di certo non andranno a raccontarlo ai giornalisti,puoi starne certa -.
-Come fai ad esserne sicuro?- chiese lei dubbiosa,
-Perché loro “mi amano” e non mi metterebbero mai in una situazione del genere - rispose lui- Mi preoccupa di più quello che potrebbero dirti mentre io non ci sono,sanno essere velenose come serpi-.
Susan liquidò l’affermazione con una scrollata di spalle -Non darti pensiero,ho la risposta pronta- disse facendogli l’occhiolino.
-Già,mi ricordo come hai zittito Johnny- rise ripensandoci.
Susan cominciò a riordinare la cucina e George si preparò per andare ad Abbey Road.
- Allora ci vediamo stasera sarò a casa per le nove,ok?Ho detto a Jonny e Richie di trovarci direttamente da Paul,altrimenti faremmo troppo tardi!- -Va bene...ci saranno anche Maureen e Cynthia?- chiese imbarazzata la ragazza,- No,questo è un party vietato alle mogli...è anche per questo che voglio che tu stia attenta stasera!- le rispose serio lui;- D’accordo George!A stasera- si scambiarono un veloce bacio sulla guancia, un altro marchio infuocato sulla pelle di Susan...e su quella di George.
La giornata passò tranquillamente,Susan ogni tanto controllava fuori,ma le ragazze rimanevano lì...avrebbe voluto uscire un po’ in giardino,ma preferì stare in casa per non dover dare spiegazioni.
Alle otto e mezza andò in camera a prepararsi,era davvero emozionata,si fece la doccia e mentre con l’accappatoio addosso si asciugava i capelli sentì bussare alla porta,
-Avanti!- George entrò nella stanza -Oh,scusa pensavo fossi pronta-
-Sono in ritardo?-chiese lei allarmata -No,non preoccuparti!Vado a darmi una sistemata anch’io,fai con calma-detto questo uscì dalla stanza.
Finito di sistemarsi i capelli Susan tirò fuori dall’armadio il vestito,si trattava di un kimono corto,arrivava qualche centimetro sopra il ginocchio;era di seta nera con delle peonie rosa ricamate,le maniche larghe tradizionali;se lo infilò chiudendolo con un piccolo bottone nascosto,poi prese la cintura alta,detta obi,che serviva a chiudere meglio l’abito e lo completava,era in contrasto col vestito,rosa con le peonie ricamate in nero,finì il tutto con un cordoncino nero e rosa sull’obi.
Si rimirò allo specchio,era perfetto,davvero originale e le stava benissimo.
Si mise le scarpe,un paio di sandali neri col tacco alto e un po’ di zeppa davanti,si sedette alla specchiera e cominciò a truccarsi.
Aveva sempre sognato di potersi truccare come negli anni sessanta,con tantissimo ombretto,eye-liner e le ciglia finte,ora finalmente poteva farlo!
Il giorno prima passando davanti ad una profumeria aveva acquistato proprio un paio di ciglia finte...si mise un velo di lucidalabbra e guardò il risultato finale: stupefacente!
Andò all’ingresso,George la stava aspettando,quando la vide spalancò gli occhi e la bocca dalla meraviglia.
-Sei bellissima- le disse sorridendo e venendole vicino,lo sguardo infuocato -Grazie- rispose Susan per metà imbarazzata e per metà compiaciuta.
George le cinse dolcemente la vita con un braccio,inebriandosi del profumo di lei e la condusse fuori.
Le ragazze erano ancora davanti al prato,le lanciarono delle occhiate minacciose,ma non dissero nulla.
Lui le aprì la portiera e andò al posto di guida,mise in moto e finalmente furono liberi dalle fans.
- Il vestito è molto bello e originale- le disse George guardandola con la coda dell’occhio -e ti sta benissimo- aggiunse,le stesse parole che aveva pensato lei.
- Grazie,quindi dici che non ti farò fare brutte figure stasera?- scherzò Susan, - Brutte figure?Dovrò tenerti lontana da tutti gli uomini della festa!Specialmente Johnny!-
- Ti batterai per il mio onore?- disse lei mettendosi le mani sotto il mento e sbattendo gli occhi -Mi sa che tu faresti un lavoro migliore del mio!- - Mmmh coi tacchi avrò qualche problema- - Allora sarò il tuo cavalier servente- - Ora che sì che rischio di essere fatta a pezzi dalle tue fans!- .
Scherzarono e parlarono per tutto il tragitto,ad ogni parola,ad ogni risata,perfino ad ogni silenzio,l’affetto reciproco aumentava.
George, convinto di aver trovato un’ “anima affine”,Susan,quasi certa di esserne innamorata sul serio,ma lui le aveva chiaramente detto che la considerava un’amica,speciale,preziosa,ma sempre un’amica.
Parcheggiarono davanti a casa di Paul,anche lì c’erano delle fans che stavolta non si limitarono alle occhiatacce ma chiesero a George -E questa chi è?- con un tono acido.
Lui non disse nulla,ma come aveva già fatto,circondò i fianchi di Susan con un braccio e la guidò alla porta d’ingresso.
Suonarono il campanello e Paul aprì la porta.
Così come aveva fatto George anche lui fece una faccia stupita alla vista di Susan,- Sei fantastica- le disse sfoderando il suo tipico charme e facendoli accomodare.
La casa era piena di gente e di fumo,che a giudicare dall’odore non era certo tabacco!
Paul continuava a lanciarle occhiate d’apprezzamento e Susan sentiva la testa girarle...e non per la Marijuana!
Riconobbe molti cantanti,c’erano i Rolling Stones,Eric Clapton...e perfino Bob Dylan!
George le era ancora accanto,lei si girò e gli parlò all’orecchio per farsi sentire nel frastuono della musica -Ma io che ci faccio qui?- disse incredula,lui avvicinò le labbra al suo orecchio,i baffi le fecero il solletico,il suo alito caldo fu come una carezza mentre le rispondeva -Sei qui per stare con me- .
Sentì chiaramente il cuore farle un balzo in gola,come doveva prendere quell’affermazione?
Si girò per dire qualcosa a George,ma in quel momento arrivò Ringo a salutarli,fece i complimenti a Susan e le chiese di ballare -Ti spiace se te la rubo,fratello?- George sorrise e disse -No,fai pure fratello,però tienimela da conto,ok?- Ringo la guidò al centro della sala dove c’erano parecchie coppie,Susan girandosi incontrò lo sguardo di George ,i suoi occhi sembravano due pozze d’inchiostro nero,per un istante la ragazza credette di leggervi..ma no,non era possibile.
Il momento passò e lui le sorrise e la salutò.
Susan ricambiò il sorriso e si mise a ballare con Ringo.
Si divertì tantissimo,il suo cavaliere era un fantastico ballerino e un ragazzo divertente,si sentiva davvero a suo agio.
Ad un certo punto sentì da dietro le spalle la voce di Paul -Rings adesso tocca a me!- -La cedo a malincuore Paulie!-disse Ringo facendo l’occhiolino a Susan e allontanandosi.
La ragazza si girò verso Paul e in quel momento iniziò un lento,lui sorrise dicendo -Che fortuna!-.
-A me sa tanto di premeditato..- rispose lei maliziosa -Touchè- disse stringendola a sé -é che volevo ballare con te e parlare senza dover gridare- -Sono lusingata,il Bel Beatle che vuole ballare con me!-scherzò Susan .
-Che c’è di strano?Sei una ragazza attraente e interessante,vorrei conoscerti meglio- Paul sembrava serio,lei alzò il viso incontrando il suo sguardo,non stava scherzando,gli occhi di lui la fissavano intensamente.
Senza potersi controllare la ragazza arrossì,facendo sorridere Paul.Di solito le ragazze gli si gettavano addosso,non doveva che fare un cenno e di certo non ne aveva mai vista una arrossire.
George aveva davvero ragione nel dire che lei era diversa.
Così mentre ballavano due lenti parlarono un po’ di tutto,anche se Susan si sentiva più agitata con lui che con Ringo.
Quando la musica finì Paul le chiese se voleva qualcosa da bere e lei rispose sorridendo -Qualcosa che non mi faccia prendere il volo per favore- -Non preoccuparti,George è stato molto chiaro su questo!siediti qui- la fece accomodare su un divano -Arrivo subito!-.
Susan si guardò in giro tentando di individuare George,lo vide chiacchierare con Donovan,come se avesse sentitò su di sé lo sguardo di lei si voltò e le sorrise,per poi riprendere a parlare.
-Conosci George?-chiese una ragazza che le era seduta di fianco -Un po’,siamo amici- -Mmmmh Quanto amici?-disse l’altra con tono birichino -Oh!Scusa non mi sono nemmeno presentata!Mi chiamo Claire,sono una modella e sono “un’amica di John”-aggiunse sorridendo.
-Piacere,Susan e io..beh,sono davvero solo un’amica di George,comunque,complimenti per il buongusto,John merita!- -Oh sì!Te lo assicuro!- -Chi è che merita?- disse un’altra ragazza seduta su un cuscino per terra,- Non ti avevo visto Anna!-disse Claire -Lei è Anna,lavora anche lei come modella..lei invece è “un’amica di Ringo”-
-Tesoro questa è Susan ed è davvero un’amica di George- parlarono un po’ scambiandosi divertenti aneddoti sui Fab Four,nel frattempo si erano unite a loro altre colleghe di Claire:Ilary,Florence,Linda,Vikie e Laura.
Tutte amiche intime dei ragazzi!
-Così sei un’amica “Amica” di George-le disse Linda stupita -Che spreco!-disse Vikie facendo ridere tutte.
-Non posso dire che non mi senta attratta da lui-spiegò Susan -è che lui non credo sia interessato su quel fronte con me e poi c’è un altro piccolissimo problema: sbaglio o George è SPOSATO?-
Ilary fece un gesto con la mano,come per dire che non era nulla.
-Se quello lo chiami matrimonio- disse Florence -Quei due a malapena si parlano!Perchè credi che lei sia andata da sua sorella?- -Già,lo sanno tutti ormai- rincarò Laura.
In effetti Susan aveva intuito che le cose tra lui e Pattie non andavano bene,non parlava mai di lei e le poche volte che lo faceva un’ombra gli passava sul viso.
La voce di Paul la distrasse dai suoi pensieri -Scusa se ci ho messo tanto,ma una persona si è messa a parlare e non la smetteva più!- le disse porgendole un bicchiere di quello che sembrava champagne,lei lo prese ringraziandolo e bevve un sorso,era champagne.
-Non preoccuparti,non mi sono annoiata- -Immagino di cosa abbiate parlato voi ragazze- disse sorridendo con malizia.
-Di vestiti,ovvio!- rispose Linda scatenando le risate delle altre.
-Ok,meglio non sapere,soprattutto da te mia cara Linda!- disse Paul -se ti sei riposata abbastanza che ne dici di ballare ancora?- -Certo!- salutarono le ragazze e tornarono a ballare scatenandosi stavolta su pezzi veloci.
Susan rideva come una pazza,Paul faceva il buffone ballando in modo ridicolo e lei gli dava corda.
D’un tratto sentì qualcuno sfiorarle la spalla,un ragazzo molto carino le chiese di ballare,ma prima che potesse rispondere sentì la voce di John -Lei balla solo coi Beatles Danny,smamma!infatti adesso tocca a me!- poi si rivolse a Paul -Paulie il tuo turno è finito!-,il ragazzo fece per ribattere,ma cambiò idea,sorrise a Susan e le diede un bacio sulla guancia,vicino alle labbra,così vicino che sarebbe bastato un piccolo movimento per renderlo molto più intimo,quel bacio era tutt’altro che un casto saluto ad un’amica.
Ancora una volta Susan sentì il cuore battere come un tamburo nel petto,il sangue rombarle nelle orecchie..quei quattro avevano un’effetto deleterio sulla sua salute!
-Ci vediamo dopo- le disse abbagliandola con uno dei stupendi sorrisi.
John le prese la mano,”Dio!é come essere sulle montagne russe,ho il cuore non si calma mai!”pensò Susan mentre lui la stringeva a sé per ballare un lento -Paul ti ha messo gli occhi addosso sorellina- le disse senza giri di parole -è solo gentile,come tutti voi- rispose lei -figurati se potrei interessare a uno che può avere tutte le ragazze che vuole-.
John si bloccò improvvisamente e la scrutò negli occhi,lo sguardo penetrante,come volesse leggerle dentro,poi disse -Lo pensi davvero- non era una domanda -Certo che lo penso davvero!E non parlo solo per Paul ma per tutti quelli in questa casa!Mi sto divertendo tantissimo,ma io non faccio parte di questo mondo,tutto ciò non è reale,questo- fece un gesto per indicare la stanza -Per me è solo una specie di favola- -Allora cara Cenerentola,sappi che la mezzanotte è passata da molto!- disse lui ghignando -Le Cenerentole moderne hanno il coprifuoco più tardi di mezzanotte- rispose lei fingendosi seria -Ah sì?A che ora?- chiese John interessato -è flessibile,dipende dalle esigenze della Cenerentola in questione-,sorrisero e lui le fece una tenera carezza sulla guancia -Comunque stai attenta ai tipacci che sono a questa festa,incluso il sottoscritto,anzi,soprattutto il sottoscritto!- -Grazie,la predica da John Lennon rende tutto ciò ancora più irreale!-.
In quel momento cominciò “I Heard It Trough The Grapevine” -Oddio adoro questa canzone!- disse Susan -La conosci già?é nuovissima!- Le disse lui scettico -Ehrmm..l’ho sentita alla radio una volta e me ne sono innamorata!- rispose lei salvandosi con quella bugia.
Ballarono lentamente,Susan si sentiva sciogliere;mentre Paul per affascinare usava il sorriso e lo sguardo,a volte dolce altre tanto intenso da leggerti dentro,altre ancora malizioso e divertito,John era diverso,lui semplicemente trasudava sensualità.Anche quando la prendeva in giro.
La canzone finì e Susan fece per togliere le braccia intorno al collo di John,ma lui la fermò,dicendole -Con te non ho ancora finito- la ragazza avvampò come non le era mai successo e rispose -Voi quattro sarete la mia morte- -E perché?-chiese lui facendo il finto tonto -Siete troppo scemi!- disse lei ridendo,continuarono a prendersi in giro finchè lei non chiese pietà per i suoi poveri piedi.
-Andiamo a sederci- le disse lui guidandola verso il divano,dove era seduto George -Ti riporto la fanciulla amico,purtroppo l’ho strapazzata un po’,anche se non nel modo che avrei voluto- disse strizzando l’occhio,Susan si mise la mani davanti al viso per la vergogna -vai via Lennon,se non vuoi assaggiare qualche altra mossa di karate!- lui fece il saluto militare e sorridendo se ne andò.
La ragazza si sedette accanto a George -Ti stai divertendo?- le chiese lui -Sì,molto,sono tutti gentili..anche se ho ballato solo con Beatle!Sono forse diventata proprietà privata senza saperlo?-scherzò lei -Forse..ma di un Beatle solo- le rispose lui,Susan arrossì e disse -Credo sarebbe interessante- -Io ne sono sicuro- le rispose mentre le spostava una ciocca di capelli dal viso,lei appoggiò la guancia alla mano di lui.
Erano solo loro due,la festa intorno era sparita.Esistevano solo loro.
Ancora una volta il momento passò e George tornò a scherzare come sempre.
Dopo che Susan si fu riposata i due andarono a ballare,divertendosi molto,qualche altro ragazzo le chiese di ballare,ma George ogni volta negava il permesso usando la stessa frase lapidaria di John -Lei balla solo coi Beatles!-.
Infine fu ora di tornare a casa,salutarono un po’ di gente e Susan fu presentata a tutti come “cara amica”,trovarono Ringo che parlava con Vikie e John impegnato con Claire..non a parlare!Mentre li stavano salutando arrivò anche Paul,che le sorrise e disse -Mi sono divertito molto Suze,spero di rivederti presto- le diede un bacio sulla guancia tenendola stretta a sé qualche secondo più del necessario,poi salutò George -‘notte Georgie,sai di essere dannatamente fortunato,vero?- disse col sorriso sulle labbra,ma lo sguardo serio -Pare proprio di sì Paulie- rispose dandogli una pacca sulla spalla,che Susan reputò un po’ troppo vigorosa.
Sulla via del ritorno parlarono ancora,di tutto,era incredibile quante cose volessero condividere l’uno con l’altra.
Arrivati a casa la stanchezza sembrava essere scivolata via,così decisero di uscire un po’ in giardino a bere una birra.
Mentre George stava prendendo da bere Susan lo aspettava fuori,guardando il cielo,era una bellissima notte di luna piena.
La ragazza si avvicinò ad un cespuglio di rose,il profumo riempiva l’aria rendendo la notte ancora più magica,stava pensando di tentare di coglierne una quando la calda voce di George la raggiunse e fu come sentire della seta sulla pelle -Ti piacciono?Le ho coltivate io- -Sono magnifiche-gli disse voltandosi a guardarlo,lui sembrava come perso in un ricordo finchè riprese a parlare -La pianta mi è stata regalata da una fan,mi ha molto colpito,mi ricordo bene quel giorno,era uno di “quei giorni”- Susan lo guardò con aria interrogativa e lui disse -Hai visto le ragazze fuori da casa mia,di solito sopporto,ma ci sono dei giorni in cui non ce la faccio più e vorrei chiamare la polizia per farle tornare a casa loro...ma poi quando esco per dirgli di andarsene,capita che in mezzo a quelle scalmanate c’è una ragazzina troppo timida perfino per salutarmi,che ha in mano magari un mazzo di fiori e l’unica cosa che mi dice è “Grazie George” ed io...-fece un lungo sospiro -non so proprio che rispondere-.
Susan si avvicinò,poggiando la mano sul petto di George,all’altezza del cuore,lui le coprì la mano con la propria poi continuò a parlare -è più o meno ciò che è successo con questa ragazza,sono uscito di casa incavolato e lei era lì,con in mano questo grosso vaso di rose,mi ha detto balbettando quanto fossi speciale per lei,quanto la nostra musica l’avesse aiutata in un brutto momento che aveva passato e che la pianta di rose era un ringraziamento per tutto.
La rabbia per quelle ficcanaso è svanita nel nulla,ho accettato il regalo e ho piantato le rose.Ho scoperto di amare il giardinaggio.Mi rilassa molto e lo devo a quella dolce ragazzina.-
Era innamorata di George.In quel preciso istante Susan capì con chiarezza che quello era l’uomo più straordinario che avesse mai incontrato,non c’entrava nulla che facesse parte dei Beatles,l’avrebbe amato anche se fosse stato un “signor nessuno”.
-Aspettami qui- le disse lui sorridendo,dopo qualche minuto si diffuse la musica di “I Heard It Trough The Grapevine”,George fu di nuovo accanto a lei invitandola a ballare -Ancora non mi hai concesso un lento e Johnny mi ha detto che ti piace questa canzone- le disse per metà serio e per metà scherzando.
Iniziarono a ballare,le braccia di lui avvolte intorno alla schiena di lei,mentre Susan appoggiò le mani sulle sue spalle.
Sentiva il cuore galoppare impazzito,ogni centimetro di pelle a contatto con lui bruciava,le grandi mani di George le strinsero i fianchi,come se avesse paura che potesse scappare via.
Senza capire cosa stasse facendo Susan fece scorrere le sue mani dalle spalle alla nuca di George intrecciando le dita tra i suoi capelli.
Tenendole una mano sul fianco lui fece risalire lentamente l’altra,fino alla nuca di lei.Il tutto senza mai staccarsi gli occhi di dosso.
Si mossero nello stesso istante,cercando la bocca dell’altro,trovandola.
Susan non capiva più nulla,l’unica cosa che sentiva erano le labbra morbide di Gorge contro le sue,i baffi che le solleticavano la pelle,il cuore ormai impazzito.
Qualche istante dopo il bacio divenne più profondo,esigente,entrambi gustando il sapore dell’altro,volendo di più.Si staccarono per mancanza di ossigeno,ma George continuò a baciarle le guance,il mento,il collo,per poi risalire a mordicchiarle e succhiarle il lobo dell’orecchio,Susan si aggrappava a lui perché sentiva che le gambe non l’avrebbero retta e intanto gli baciava e leccava il collo,la bocca piena del suo sapore,birra,tabacco e il suo profumo,inconfondibile.
Ripresero a baciarsi con foga,ora le mani di lui intorno al suo viso,ogni tanto sussurrava il nome di lei,come fosse un tesoro prezioso.
Susan si sentiva fluttuare,sciogliere, al tocco delle sue mani,delle sue labbra,al suono della sua voce roca,che era velluto sulla pelle.
Bruscamente,come se si fosse risvegliato da un sogno George si allontanò da lei dicendo -No!-,Susan si sentì disorientata,ma prima che potesse chiedere qualcosa lui cominciò a parlare -Perdonami Suze!Sono un’idiota!Mi sono approfittato di te...- -Mi sembra che certe cose si facciano in due- rispose lei riuscendo a tirare fuori a fatica le parole -Non avrei dovuto farlo...io ci tengo alla nostra amicizia e non voglio rovinarla per dello squallido sesso!- Susan sentiva la rabbia e l’umiliazione crescerle dentro,mentre le lacrime le pungevano gli occhi,ma riuscì a tenere ferma la voce -Nemmeno io voglio rovinare la nostra amicizia per dello squallido sesso,ci siamo fatti prendere dalla situazione romantica,ma è stato solo un errore,ora scusa,ma sono stanca.Vado a letto.- si girò ed entrò in casa proprio mentre le lacrime cominciavano a scenderle sul viso.
Rimasto solo George fece un lungo,triste sospiro mentre cadeva in ginocchio sull’erba e si malediceva per aver ceduto al desiderio di baciarla.


CAPITOLO 8

Susan arrivò in camera,chiuse la porta a chiave e si buttò sul letto.
Calde lacrime le scorrevano sul viso,presto i singhiozzi che aveva trattenuto uscirono dalla sua gola.
Sentiva ancora il sapore di George in bocca,come una furia si precipitò in bagno a lavarsi i denti e fare i gargarismi col collutorio.
Un secondo dopo averlo fatto si pentì e ricominciò a piangere “Sono una stupida!Stupida!Stupida!Che ingenua!é evidente che George sente la mancanza di una donna...mi ha baciata solo perché è frustrato sessualmente!é un bene che si sia fermato...”ma in cuor suo Susan non la percepiva come una fortuna,cercò di calmarsi e di ragionare “Cosa sarebbe successo se avessimo fatto sesso?Ha ragione George,meglio non rovinare tutto per una botta e via”...ma quel dolore sordo al cuore non accennava a smettere.
Si svestì e fece la doccia per cercare di schiarirsi le idee...senza successo e si infilò a letto tentando inutilmente di dormire.
George rientrò in casa e si avvicinò alla porta della camera di Susan,alzò il braccio per bussare,ma poi ci ripensò,appoggiò la mano aperta alla porta e un singhiozzo disperato sfuggì dalle sue labbra.
Non sapeva che fare...sentiva il bisogno di chiederle scusa,di dirle ancora che era stato un errore...ma sapeva che erano tutte bugie,un errore?Quel bacio era il più intenso che avesse mai provato,sentire il corpo di lei aderire al suo,il profumo della sua pelle...il suo sapore,solo ripensarci gli faceva girare la testa!
La verità era che se fosse entrato in quella stanza l’avrebbe rifatto,ancora e ancora...e poi non si sarebbe accontentato di semplici baci,l’avrebbe voluta per sé.
L’immagine di loro due a letto gli fece aumentare il battito del cuore.
“Non posso,la farei solo soffrire...”si girò e andò in camera sua.
Nessuno dei due dormì molto quella notte.
Il mattino dopo Susan si svegliò completamente intontita...per un attimo credette che il bacio con George fosse stato solo un sogno,ma poi la dura realtà la colpì come un pugno nello stomaco.
Lei e George si erano baciati.Appassionatamente.Le girava la testa.
Si alzò e si vestì,andò in cucina,spaventata e al tempo stesso desiderosa di vederlo,ma trovò un biglietto sul tavolo

Ciao,oggi devo farmi vedere in studio presto.
Mi dispiace tanto per ieri sera,tu sei
L’amica più preziosa che ho,non dovevo
Approfittare di una situazione del genere.
Ti prego,cerca di perdonarmi.
Ci vediamo stasera,Suze,ti voglio bene.
George



Evidentemente George si sentiva in imbarazzo,ma aveva comunque tentato di farle capire la situazione...con un sospiro di rassegnazione decise di cercare di lasciarsi quel fatto alle spalle.
Il campanello della porta la fece sobbalzare,andò a rispondere chiedendosi chi potesse essere,aperta la porta si trovò di fronte Paul.
-Ciao bellissima!- - Ciao Paul,entra pure,che ci fai qui?George è già uscito - - Lo so Suze,aveva da fare con George Martin,noialtri lo raggiungeremo nel pomeriggio.Non sono venuto per vedere lui.Sono qui per te.-
Susan si sentì le guance andare in fiamme,non capiva come Paul potesse farla letteralmente sciogliere soltanto con quelle poche parole.
- Mmmh...come mai?- chiese lei con un po’ di esitazione - Mi chiedevo se ti andava di fare un giro di shopping con me - - Certo che mi andrebbe!La casa è già pulita,quindi ho la giornata libera - - Grande!- disse Paul con un sorriso abbagliante - Mettiti pure comodo,io mi vado a cambiare,non ci metterò molto -Paul si sedette sul divano e la seguì con lo sguardo mentre andava in camera.
Susan corse all’armadio per cercare qualcosa da mettersi,non aveva molto,scelse una minigonna di velluto marrone scuro e un lupetto color crema,dei collant marrone chiaro e gli stivali in tinta con la gonna.
Indossò un cappotto bianco,si mise un paio di orecchini a cerchio e si truccò in fretta,niente di esagerato,come ultimo tocco una passata di lucidalabbra.
Quando tornò in salotto vide Paul impegnato a leggere il giornale - Stai controllando se ci sono articoli su di voi? - lo prese in giro,lui alzò lo sguardo e sorrise - Sei veramente bella,in effetti stavo contando quante volte il mio nome viene scritto rispetto a quello degli altri - Susan scoppiò a ridere - e il verdetto è...?- chiese - Ovviamente il mio nome appare più volte!- disse lui fingendo un’orgoglio esagerato,facendo aumentare le risate di Susan.
Uscirono di casa e la ragazza notò con piacere che non c’erano fans fuori,probabilmente George gli aveva detto che sarebbe stato in città tutto il giorno.
Paul le aprì la portiera,si mise al posto di guida e avviò la macchina,durante il tragitto parlarono molto.
Susan si sentiva a suo agio,non come con Gorge,ma comunque si divertì molto.
Arrivati in città Paul parcheggiò in una vietta buia,tirò fuori un paio di grossi occhiali scuri,un cappello e una sciarpa e li indossò.
Susan cominciò a sghignazzare - agente segreto P. è pronto per la missione?- anche il ragazzo cominciò a ridere come uno sciocco - Sì capo,anche se si tratta di una missione pericolosa sento di potercela fare - uscirono dalla macchina sempre ridendo - E non hai visto il meglio piccola - disse Paul ghignando più forte e tirando fuori una pipa.
Susan scoppiò a ridere a quella vista,era semplicemente ridicolo,quando si furono ripresi un po’ uscirono dal vicolo e si diressero verso Carnaby Street,si divertirono moltissimo,finsero di essere zio e nipote,lui si lamentava in continuazione del prezzo dei vestiti e di quanto fossero stravaganti attirando su di sé l’attenzione dei clienti e dei commessi dei negozi,quasi quanto sarebbe accaduto se non si fosse travestito!
Susan si fingeva imbarazzata e gli diceva di non essere così “antico”,poi d’improvviso lui le si avvicinava e le sussurrava in orecchio di prendere una maglietta o un paio di pantaloni che aveva visto e questo faceva ridere Susan ancora di più.
Mentre era alla cassa a pagare una maglietta per Paul lui le venne vicino e disse - E questa per chi è?Non farai un regalo a quel ragazzo che ti ronza sempre attorno,vero?Non mi piace,assomiglia troppo a quel cantante dei Beatles!!- Susan si morse un labbro per cercare di non ridere - Oh zio,perché dici così?é un bravo ragazzo - - Cos’è?Il tuo ragazzo? - La ragazza si girò a guardare Paul,quello non sembrava uno scherzo,pareva di più una domanda indiretta,si sentì un po’ imbarazzata e disse - è solo un amico zio,non devi preoccuparti - - Sarà- rispose,anche se suonava come un - Peccato!-
La commessa,che aveva sentito tutto disse - Conosci un ragazzo che assomiglia a uno dei Beatles?- sempre cercando di non ridere Susan rispose - Sì,è la copia di Paul,ma ha gli occhi più belli- sentì un grugnito provenire da Paul e di nuovo l’impulso di ridere si fece sentire - Wow!beata te!Se non sei interessata sai dove trovarmi!- le disse la commessa sorridendo.
Finalmente furono fuori dal negozio e liberi di ridere come pazzi,finchè Paul non le diede una piccola spinta e disse - Ha gli occhi più belli dei miei eh?- - Ma non hai sentito che la ragazza era interessata?- - Forse quello non interessato sono io...forse la mia attenzione...- ma prima che potesse finire la frase sentirono il clacson di una macchina,si girarono e videro la Rolls Royce bianca di John.
Si avvicinarono e lo sportello dietro si aprì,John era seduto intento a fumarsi uno spinello,che subito offrì a Paul e Susan,la ragazza sulle prima scosse la testa,ma poi fece un tiro...mettendosi a tossire e facendo ridere i due - Che stronzi!- disse lei dopo essersi ripresa dalla tosse - Adesso te ne sei accorta?- le rispose ghignando John - No,lo sapevo già,questa era solo la riconferma-
John disse loro che stava andando a mangiare qualcosa,chiedendogli di unirsi a lui,accettarono subito,tutto quel camminare gli aveva fatto venire una fame da lupi.
Andarono in un minuscolo ristorante italiano,in cui evidentemente erano già stati,furono accolti con molto sussiego e guidati in una saletta riservata,dove mangiarono,parlando e divertendosi molto.
Finito di mangiare i due ragazzi le proposero di seguirli agli studi,questo la stupì parecchio,sapeva che quella era zona “off limits” per le ragazze,magari lo facevano solo per gentilezza? - Non saprei ragazzi,ho paura di dare fastidio...- - Ma che dici? Potrai stare di là con George,non te l’avremmo chiesto altrimenti! - disse John.
Susan era elettrizzata,essere presente durante una registrazione dei Beatles!Un secondo dopo il pensiero di George la fece preoccupare,cosa avrebbe pensato vedendola arrivare con Paul e John?
Scrollò le spalle,George non aveva nessun diritto su di lei!Era libera di fare ciò che voleva - Ok ragazzi,vengo con voi!-
La limousine di John si fermò davanti agli studi e i tre scesero,ancora ridendo per una battuta di Paul,il sorriso di Susan si gelò sulle braccia quando incrociò lo sguardo con le famose Apple Scruffs,le loro occhiate piene di odio la stavano trafiggendo,John e Paul si accorsero della situazione,così la presero sottobraccio e si fermarono davanti a tre del gruppo,le salutarono dopodiché Paul disse -Gaileen,Lizzie,Carol,questa è una nostra amica,Susan,siate gentili con lei...o potrei non dimenticare quella faccenda del portafoto ancora per molto tempo...intesi?- lanciando loro uno sguardo diverso dal solito repertorio McCartney...metteva davvero soggezione!
Le ragazze si affrettarono ad annuire e stringere cordialmente la mano di Susan,infine entrarono negli studi.
Alla reception c’erano due ragazze molto carine,John per presentarle a Susan fece un numero dei suoi,fingendo di essere al circo e di introdurre il prossimo numero delle famose “Contorsioniste a Cavallo”,facendo l’occhiolino per far intendere chissà quale tipo di perversione,le due ragazze si comportarono proprio come se John non fosse nemmeno nella stanza e si presentarono da sole a Susan,mentre Paul sogghignava -Piacere,io sono Simone- disse una -Ciao,io invece sono Claudia...mi sembrava di aver sentito un fastidioso rumore,ma devo essermi sbagliata - questa affermazione fece quasi rotolare Paul sul pavimento per le risate,John gli tirò un pugno sulla spalla -Piantala Macca! - così cominciò una lite da bambini delle elementari che preoccupò un po’ Susan,ma sembrò non infastidire affatto le due segretarie,Simone le disse sorridendo - Non darci peso,sono due immaturi cronici!- intanto Paul e John continuavano nella loro pagliacciata richiamando fuori dagli uffici un po’ di gente,tra cui George Martin,Ringo e George ,gli altri due Beatle appena capirono cosa stava succedendo si buttarono anche loro nella finta rissa aumentando il buonumore degli spettatori,finchè George Martin si mise in mezzo gridando - Basta!Sennò vi metto in punizione e stasera niente TV! -
I quattro ragazzi si fermarono all’istante e cadendo tutti in ginocchio dissero insieme - No papà!La tele Noooo!!-, ridevano tutti,mentre John si alzava dal pavimento fece uno sguardo “truce” agli spettatori dicendo - Andate al lavoro!Forza!Siamo noi che paghiamo i vostri dannati stipendi!Prendete esempio da noi!- Ringo gli mise una mano sulla spalla e disse “serio” -Sarebbe meglio di no Johnny!- Susan aveva le lacrime agli occhi per le risate,piano piano tutti ritornarono al lavoro,lasciando solo i Beatles,Susan,George Martin e le ragazze della reception.
Ringo la presentò al signor Martin - è una di noi - aggiunse mentre i due si stavano stringendo la mano,gli altri tre annuirono convinti,questa frase toccò molto Susan,facendole quasi venire le lacrime agli occhi.
-Abbiamo invitato la dolce fanciulla qui,per vedere come lavora un genio - disse Paul - Grazie Paulie,non mi sarei definito un genio,ma chi sono io per contraddirti? - disse John -Infatti non parlavo di te Lennon!ma...- - Di me,ovvio! - finì Ringo facendo ridere tutti.
Susan aveva avuto paura di affrontare George,ma lui la guardava come se non fosse successo nulla,con lo stesso dolce sguardo di sempre,si sentì allo stesso tempo sollevata e delusa...ma forse era meglio così...no?
I ragazzi entrarono in studio e George e Suasan andarono in cabina audio,dove fu presentata a Geoff Emerick,dopodiché si misero al lavoro.
Susan seguiva il tutto seduta su una sedia,in silenzio,completamente ammaliata da ciò a cui stava assistendo,il processo creativo del più grande gruppo musicale della storia!!Diamine,QUELLI ERANO I BEATLES!
L’atmosfera in sala di registrazione era rilassata e tutto filava liscio,i ragazzi era tanto che non si divertivano così durante le sessioni.
D’un tratto George Martin si girò verso Susan e le disse sorridendo -Grazie- lei gli restituì uno sguardo stupito - è merito tuo se sono così rilassati,era tanto,troppo tempo che non li vedevo così,sono pochi giorni,ma la tua presenza si è fatta sentire in modo molto positivo,mi hanno parlato di te il giorno stesso che ti hanno incontrata e questo è strano,perché di solito ci vuole qualcosa di DAVVERO particolare per smuovere il loro interesse!-
Susan arrossì come un pomodoro e farfugliò qualcosa di incomprensibile...non sapeva proprio che dire!
Prima Ringo ora George Martin!
Dopo un paio di ore decisero di fare una pausa,Susan andò in bagno, mentre si stava dando una sistemata ai capelli entrò George.
Il cuore cominciò a battere così forte che era sicura che lui lo potesse sentire - Guarda che il bagno dei maschietti è quello di fianco - disse per fingere di essere tranquilla,lui non disse nulla,ma sorrise e lei si sentì sciogliere,George le venne vicino,incatenando i suoi occhi color cioccolato a quelli verdi della ragazza,sotto lo sguardo a raggi X del ragazzo Susan si sentiva quasi come un coniglio davanti ai fari di un’auto,era incapace di muoversi,respirare diventava difficile,l’unica cosa importante erano i meravigliosi occhi di George che la scrutavano,le labbra di lui erano un richiamo irresistibile,voleva sentire ancora quella morbidezza,voleva ancora una volta passare le dita tra i suoi capelli,ubriacarsi del suo sapore,del suo profumo...ma non poteva,questa consapevolezza le diede un dolore acuto al cuore.
Finalmente fu in grado di ridare ordini al proprio corpo e si girò verso lo specchio,finendo di sistemarsi.
Lui ormai le era dietro,le mise le mani sulle spalle e guardandola dallo specchio le sorrise ancora -Mi ha fatto piacere vederti qui...credi che le cose tra noi...?- Susan scosse piano la testa -Ho capito Gorge,non c’è bisogno di spiegazioni,io capisco ciò che mi hai detto e poi tu sei sposato- a questa frase la fronte di George si corrugò,ma lei fece finta di non essersene accorta -Quindi amici come prima?- lui annuì -Amici come prima- ma il tono della voce era triste.
Mentre tornavano allo studio George le chiese come aveva fatto a venire lì,per un secondo Susan sentì il panico sommergerla,ma poi perché?Lui non era il suo ragazzo e non aveva fatto nulla di male comunque,- Stamattina è venuto a casa Paul che mi ha chiesto se volevo andare a fare shopping con lui,visto che avevo già fatto tutto gli ho detto di sì,poi per strada abbiamo incontrato John e siamo andati a mangiare insieme ed eccoci qui!- seguì un lungo silenzio -Così Paul è venuto a casa stamattina eh?- aveva un tono sarcastico,Susan non sapeva come interpretarlo,quindi fece finta di niente e aggiunse -Sì,ci siamo divertiti un sacco e...ti ho comprato un regalo!- lui le fece un sorriso stupendo,che le tolse il fiato -Davvero? Cos’è?- chiese incuriosito,Susan aveva lasciato tutti i sacchetti vicino al bancone all’entrata,si mise a rovistare dentro e alla fine riuscì a trovare ciò che cercava,la nascose dentro un altro sacchetto e sorridendo guidò George nel corridoio dove c’erano gli uffici,ne trovò uno vuoto,dopo essere entrati chiuse la porta -Come mai tutta questa segretezza?- chiese lui -Mi vergogno a dartelo davanti agli altri- rispose la ragazza porgendogli il sacchetto,George tirò fuori una maglietta azzurra con sopra stampata una grossa cravatta nera a pois dello stesso colore della maglietta,alzò il viso verso di lei e sorridendo nel modo più dolce le disse - è bellissima,mi piace tanto!Grazie Suze!- lei scrollò le spalle - è solo un pensiero,sono contenta che ti piaccia- - La provo subito- disse lui -Ok,allora ti aspetto fuori- rispose la ragazza - E perché?puoi rimanere.-
- Mmmh d’accordo,mi giro- disse dandogli le spalle,il pensiero di George a petto nudo le faceva salire la pressione alla stelle,d’improvviso sentirono dei rumori fuori dalla porta.
Susan si girò di scatto verso George che era ancora a petto nudo,si scambiarono uno sguardo terrorizzato,cosa avrebbero pensato vedendoli così?!Come un fulmine lui le afferrò il polso,aprì una porta che si rivelò uno sgabuzzino e la tirò dentro.
Appena in tempo.Il proprietario dell’ufficio entrò in quell’istante.
Avevano entrambi il respiro affannato per l’agitazione,lo sgabuzzino era minuscolo ed erano schiacciati l’uno contro l’altro.
Susan sentiva il cuore di George battere fortissimo,quasi come il suo “Sarà l’agitazione” pensò,le mani le prudevano dalla voglia di toccare il petto di George,sentire la sua pelle sotto le dita,strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche,nessuno dei due parlava.
Il tizio nell’ufficio stava facendo una telefonata e sembrava mettersi per le lunghe,ad un certo punto cominciò a raccontare all’interlocutore delle sue peripezie dovute ad un’unghia incarnita.
George fece un verso buffo,si stva trattenendo dal ridere,Susan era scossa da spasmi con le lacrime che le zampillavano dagli occhi,si guardarono in faccia e peggiorarono la situazione,erano preda delle convulsioni,mentre il poveretto spiegava con dovizia di particolari ogni dettaglio della sua maledetta unghia,sapere di non poter ridere rendeva il tutto ancora più esilarante.
Finchè a Susan scappò un mugolio un po’ più forte,senza pensarci George le mise una mano sulla bocca.Smisero all’istante di ridere.
Il tizio fuori sembrò non essersi accorto di nulla,ma la mano di George era ancora sulla bocca di Susan,sentiva le morbide labbra della ragazza contro il palmo della sua mano,il respiro caldo,la testa gli girava,il cuore batteva in petto come un tamburo.
Spostò piano la mano verso la guancia e sfiorò col pollice le sue tenere labbra,a quel contatto Susan socchiuse la bocca,senza pensarci.
George semplicemente non capì più nulla,vederla compiere quel gesto così sensuale con tanta spontaneità lo fece impazzire dalla voglia di lei.
Le mise la mano sulla nuca e la tirò a sé,Susan si sentiva in paradiso,seguendo il suo desiderio appoggiò le mani sul petto di George,così magro,così caldo,sentiva il cuore di lui battere impazzito “è per me che batte così forte?Possibile?”,i loro visi si avvicinarono pronti a ripetere il contatto della sera prima,a condividere la sensazione di essere in paradiso,di assaporare il miele più dolce dalla bocca dell’altro.
Mister “Unghia Incarnita” finì la sua telefonata e si alzò rumorosamente dalla sedia,i due nello sgabuzzino sobbalzarono dalla sorpresa,staccandosi per quanto era possibile.
Quando sentirono che era uscito fecero lo stesso,George si rimise in fretta la sua maglietta.
Si scambiarono uno sguardo imbarazzato,- Quello che è successo lì dentro...- cominciò Susan - Non so che mi prende Suze,anzi,lo so,ti trovo attraente,se ti sto troppo vicino,mi viene voglia di approfittarne,ma io ci tengo davvero alla nostra amicizia,non voglio trasformarla in una scappatella mentre Pattie è via,se lasciassimo che accadesse, una volta tornata lei che faremmo?Avrei distrutto una fantastica amicizia.Tu meriti di più che essere “l’altra donna” per qualche settimana - Susan avrebbe voluto gridargli che non le importava,che lo desiderava,lo voleva così tanto da impazzire,ma non disse nulla e anzi,annuì a ciò che le stava dicendo.
Era tutto vero,lui era un uomo sposato,tutto ciò che avrebbe avuto al massimo sarebbe stata qualche settimana,giusto il tempo per innamorarsi alla follia di lui e poi avrebbe dovuto cederlo alla “legittima proprietaria”.Ne sarebbe uscita a pezzi.Forse non sarebbe più riuscita a frequentarlo,il pensiero di non vederlo più le fece così male da toglierle il fiato.
Fece un sorriso stentato e gli disse - hai ragione George,non posso pensare di perderti,il tuo affetto è troppo prezioso per me- lui sorrise di rimando facendole una lieve carezza sulla guancia.
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno in corridoio tornarono allo studio,gli vennero incontro John e Paul - ma dove siete stati? - chiese Paul con un tono indispettito - Volevo dare a George la maglietta che gli ho comprato oggi - - l’hai spogliato tu?- disse ghignando John con fare lascivo - Sempre il solito Johnny,mi ha dato la maglietta e mi ha raccontato cosa avete combinato voi due nei negozi - rispose George indicando Susan e Paul,che sembrò lieto di sapere che si era parlato di lui nella conversazione.
- Comunque,Cyn e Mo sono partite oggi pomeriggio per un weekend lungo e io ho deciso di dare un party in piscina molto esclusivo,in pratica saremo noi quattro e te - disse John puntando il dito verso Susan - Prego?- - Hai capito benissimo piccola,non aspetto che di vederti in costume...veramente il desiderio vero sarebbe di vederti senza nemmeno il costume,ma mi accontento - disse facendo spallucce
- Allora,ti va di venire? Pensavamo di lavorare un po’ ma di farlo in un posto più divertente di questo - disse Paul facendo un gesto per indicare gli studi, - Non saprei...- - Dai vieni per favoooreeeee - dissero John e Paul buttandosi in ginocchio e giungendo le mani in preghiera,mentre facevano lo sguardo da cuccioli - D’accordo,mi avete convinta - i due gridarono - Evviva!! - si alzarono e Paul le venne vicino facendole un enorme sorriso - Sono davvero felice! - Susan rispose goffamente - Figurati Paul...- il ragazzo mentre si girava per tornare nello studio lanciò un’occhiata a George i loro sguardi lanciavano scintille.
Susan non aveva un costume,quindi mentre i ragazzi erano tornati al lavoro,lei era uscita per cercare qualcosa,le Apple Scruffs non le dissero nulla,ma continuarono a guardarla male “E per fortuna non sanno del party in piscina!” si disse Susan mentre si allontava.
Trovò un bel negozio di intimo che vendeva anche costumi da bagno,
la moda imponeva il bikini,lei ne scelse uno che giudicò il più casto,ce n’erano alcuni talmente a vita bassa da farla arrossire!Era azzurro con piccoli pois bianchi,il reggiseno era a triangolo e il pezzo sotto aveva i laccetti,sperò che a John non balenasse l’idea di slacciarglieli.
Tornò ad Abbey Road camminando lentamente,Paul pareva interessato a lei,ma lei era innamorata del Beatle sbagliato e sapeva di non essere il tipo da buttarsi su un altro ragazzo per disperazione o per ripicca,nemmeno se quel ragazzo si chiamava Paul McCarteney,fece un lungo sospiro,magari Paul non era interessato a lei in “quel” modo,era solo gentile,non sapeva che pensare e così decise di lasciar perdere,non aveva voglia di farsi venire il malditesta per cose che forse non esistevano nemmeno,rientrò agli studi e si diresse in sala regia,appena i ragazzi la videro con la busta in mano cominciarono a tormentarla per vedere cosa aveva preso,ma lei fu irremovibile,gli disse di fare i bravi e che l’avrebbero vista l’indomani,seguirono fischi e “buuuuu”,ma Susan non cedette,George Martin dovette ricordare loro che erano nel bel mezzo di una sessione di registrazione per farli calmare,così finalmente si rimisero al lavoro.
La sera decisero di fare un salto all’ Ad Lib per bere qualcosa e ballare un po’ si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere,non ci volle molto che cominciarono a transitare al tavolo ogni genere di persona,ragazze disponibili,personaggi indefinibili e altre rock star,Mick Jagger si sedette vicino a Susan,sebbene fosse evidentemente stonato dalla droga o dall’alcol (o più probabilmente da entrambi) si ricordò subito di lei - Tu sei quella che Paul vorrebbe...- prima che potesse finire la frase Paul gli diede una gomitata sulle costole e sorridendo gli disse - Mick,quella ragazza continua a fissarti,io mi butterei fossi in te - quello non se lo fece ripetere due volte e barcollò fino al tavolo della ragazza in questione.
Paul riprese a parlare come se nulla fosse e ancora una volta si scambiò uno sguardo di fuoco con George,prima di rivolgersi a Susan sorridendo.
La serata passò tranquillamente e verso l’una decisero di tornare a casa,si salutarono fuori dal locale,Paul le diede un dolce,lungo bacio all’angolo della bocca,mentre l’abbracciava - Mi sono divertito molto oggi - le disse - Anch’io Paulie,ci vediamo domani! - si girò per entrare nella Mini psichedelica di George e vide i due che si abbracciavano per salutarsi,Paul sussurrò qualcosa nell’orecchio di George e lui disse - Si vedrà Paulie - - Già - rispose quello serio.
Per un po’ Susan e George rimasero in silenzio “Chissà che si sono detti quei due?”,poi il ragazzo si girò verso di lei e si fece raccontare la giornata passata,risero insieme dello stratagemma usato da Paul e George disse che l’avrebbe copiato - Mi piacerebbe andare in giro con zio George - disse ridendo Susan - Non preferisci zio Paulie? - chiese lui sorridendo - No - rispose seriamente lei - Il mio preferito è zio Georgie - calò il silenzio per un po’ - Lo so che mi prenderai per pazza,ma ti sento così vicino come...- -...anime affini - finì lui,si leggevano dentro,semplicemente.
Arrivarono a casa,davanti alla porta di Susan si augurarono la buonanotte,George le diede un tenero bacio sulla fronte,che si impresse a fuoco sulla pelle di lei.Quella notte Susan sognò lei e George nello sgabuzzino,ma nel sogno si baciavano,ancora e ancora.
















CAPITOLO 8

Susan arrivò in camera,chiuse la porta a chiave e si buttò sul letto.
Calde lacrime le scorrevano sul viso,presto i singhiozzi che aveva trattenuto uscirono dalla sua gola.
Sentiva ancora il sapore di George in bocca,come una furia si precipitò in bagno a lavarsi i denti e fare i gargarismi col collutorio.
Un secondo dopo averlo fatto si pentì e ricominciò a piangere “Sono una stupida!Stupida!Stupida!Che ingenua!é evidente che George sente la mancanza di una donna...mi ha baciata solo perché è frustrato sessualmente!é un bene che si sia fermato...”ma in cuor suo Susan non la percepiva come una fortuna,cercò di calmarsi e di ragionare “Cosa sarebbe successo se avessimo fatto sesso?Ha ragione George,meglio non rovinare tutto per una botta e via”...ma quel dolore sordo al cuore non accennava a smettere.
Si svestì e fece la doccia per cercare di schiarirsi le idee...senza successo e si infilò a letto tentando inutilmente di dormire.
George rientrò in casa e si avvicinò alla porta della camera di Susan,alzò il braccio per bussare,ma poi ci ripensò,appoggiò la mano aperta alla porta e un singhiozzo disperato sfuggì dalle sue labbra.
Non sapeva che fare...sentiva il bisogno di chiederle scusa,di dirle ancora che era stato un errore...ma sapeva che erano tutte bugie,un errore?Quel bacio era il più intenso che avesse mai provato,sentire il corpo di lei aderire al suo,il profumo della sua pelle...il suo sapore,solo ripensarci gli faceva girare la testa!
La verità era che se fosse entrato in quella stanza l’avrebbe rifatto,ancora e ancora...e poi non si sarebbe accontentato di semplici baci,l’avrebbe voluta per sé.
L’immagine di loro due a letto gli fece aumentare il battito del cuore.
“Non posso,la farei solo soffrire...”si girò e andò in camera sua.
Nessuno dei due dormì molto quella notte.
Il mattino dopo Susan si svegliò completamente intontita...per un attimo credette che il bacio con George fosse stato solo un sogno,ma poi la dura realtà la colpì come un pugno nello stomaco.
Lei e George si erano baciati.Appassionatamente.Le girava la testa.
Si alzò e si vestì,andò in cucina,spaventata e al tempo stesso desiderosa di vederlo,ma trovò un biglietto sul tavolo

Ciao,oggi devo farmi vedere in studio presto.
Mi dispiace tanto per ieri sera,tu sei
L’amica più preziosa che ho,non dovevo
Approfittare di una situazione del genere.
Ti prego,cerca di perdonarmi.
Ci vediamo stasera,Suze,ti voglio bene.
George



Evidentemente George si sentiva in imbarazzo,ma aveva comunque tentato di farle capire la situazione...con un sospiro di rassegnazione decise di cercare di lasciarsi quel fatto alle spalle.
Il campanello della porta la fece sobbalzare,andò a rispondere chiedendosi chi potesse essere,aperta la porta si trovò di fronte Paul.
-Ciao bellissima!- - Ciao Paul,entra pure,che ci fai qui?George è già uscito - - Lo so Suze,aveva da fare con George Martin,noialtri lo raggiungeremo nel pomeriggio.Non sono venuto per vedere lui.Sono qui per te.-
Susan si sentì le guance andare in fiamme,non capiva come Paul potesse farla letteralmente sciogliere soltanto con quelle poche parole.
- Mmmh...come mai?- chiese lei con un po’ di esitazione - Mi chiedevo se ti andava di fare un giro di shopping con me - - Certo che mi andrebbe!La casa è già pulita,quindi ho la giornata libera - - Grande!- disse Paul con un sorriso abbagliante - Mettiti pure comodo,io mi vado a cambiare,non ci metterò molto -Paul si sedette sul divano e la seguì con lo sguardo mentre andava in camera.
Susan corse all’armadio per cercare qualcosa da mettersi,non aveva molto,scelse una minigonna di velluto marrone scuro e un lupetto color crema,dei collant marrone chiaro e gli stivali in tinta con la gonna.
Indossò un cappotto bianco,si mise un paio di orecchini a cerchio e si truccò in fretta,niente di esagerato,come ultimo tocco una passata di lucidalabbra.
Quando tornò in salotto vide Paul impegnato a leggere il giornale - Stai controllando se ci sono articoli su di voi? - lo prese in giro,lui alzò lo sguardo e sorrise - Sei veramente bella,in effetti stavo contando quante volte il mio nome viene scritto rispetto a quello degli altri - Susan scoppiò a ridere - e il verdetto è...?- chiese - Ovviamente il mio nome appare più volte!- disse lui fingendo un’orgoglio esagerato,facendo aumentare le risate di Susan.
Uscirono di casa e la ragazza notò con piacere che non c’erano fans fuori,probabilmente George gli aveva detto che sarebbe stato in città tutto il giorno.
Paul le aprì la portiera,si mise al posto di guida e avviò la macchina,durante il tragitto parlarono molto.
Susan si sentiva a suo agio,non come con Gorge,ma comunque si divertì molto.
Arrivati in città Paul parcheggiò in una vietta buia,tirò fuori un paio di grossi occhiali scuri,un cappello e una sciarpa e li indossò.
Susan cominciò a sghignazzare - agente segreto P. è pronto per la missione?- anche il ragazzo cominciò a ridere come uno sciocco - Sì capo,anche se si tratta di una missione pericolosa sento di potercela fare - uscirono dalla macchina sempre ridendo - E non hai visto il meglio piccola - disse Paul ghignando più forte e tirando fuori una pipa.
Susan scoppiò a ridere a quella vista,era semplicemente ridicolo,quando si furono ripresi un po’ uscirono dal vicolo e si diressero verso Carnaby Street,si divertirono moltissimo,finsero di essere zio e nipote,lui si lamentava in continuazione del prezzo dei vestiti e di quanto fossero stravaganti attirando su di sé l’attenzione dei clienti e dei commessi dei negozi,quasi quanto sarebbe accaduto se non si fosse travestito!
Susan si fingeva imbarazzata e gli diceva di non essere così “antico”,poi d’improvviso lui le si avvicinava e le sussurrava in orecchio di prendere una maglietta o un paio di pantaloni che aveva visto e questo faceva ridere Susan ancora di più.
Mentre era alla cassa a pagare una maglietta per Paul lui le venne vicino e disse - E questa per chi è?Non farai un regalo a quel ragazzo che ti ronza sempre attorno,vero?Non mi piace,assomiglia troppo a quel cantante dei Beatles!!- Susan si morse un labbro per cercare di non ridere - Oh zio,perché dici così?é un bravo ragazzo - - Cos’è?Il tuo ragazzo? - La ragazza si girò a guardare Paul,quello non sembrava uno scherzo,pareva di più una domanda indiretta,si sentì un po’ imbarazzata e disse - è solo un amico zio,non devi preoccuparti - - Sarà- rispose,anche se suonava come un - Peccato!-
La commessa,che aveva sentito tutto disse - Conosci un ragazzo che assomiglia a uno dei Beatles?- sempre cercando di non ridere Susan rispose - Sì,è la copia di Paul,ma ha gli occhi più belli- sentì un grugnito provenire da Paul e di nuovo l’impulso di ridere si fece sentire - Wow!beata te!Se non sei interessata sai dove trovarmi!- le disse la commessa sorridendo.
Finalmente furono fuori dal negozio e liberi di ridere come pazzi,finchè Paul non le diede una piccola spinta e disse - Ha gli occhi più belli dei miei eh?- - Ma non hai sentito che la ragazza era interessata?- - Forse quello non interessato sono io...forse la mia attenzione...- ma prima che potesse finire la frase sentirono il clacson di una macchina,si girarono e videro la Rolls Royce bianca di John.
Si avvicinarono e lo sportello dietro si aprì,John era seduto intento a fumarsi uno spinello,che subito offrì a Paul e Susan,la ragazza sulle prima scosse la testa,ma poi fece un tiro...mettendosi a tossire e facendo ridere i due - Che stronzi!- disse lei dopo essersi ripresa dalla tosse - Adesso te ne sei accorta?- le rispose ghignando John - No,lo sapevo già,questa era solo la riconferma-
John disse loro che stava andando a mangiare qualcosa,chiedendogli di unirsi a lui,accettarono subito,tutto quel camminare gli aveva fatto venire una fame da lupi.
Andarono in un minuscolo ristorante italiano,in cui evidentemente erano già stati,furono accolti con molto sussiego e guidati in una saletta riservata,dove mangiarono,parlando e divertendosi molto.
Finito di mangiare i due ragazzi le proposero di seguirli agli studi,questo la stupì parecchio,sapeva che quella era zona “off limits” per le ragazze,magari lo facevano solo per gentilezza? - Non saprei ragazzi,ho paura di dare fastidio...- - Ma che dici? Potrai stare di là con George,non te l’avremmo chiesto altrimenti! - disse John.
Susan era elettrizzata,essere presente durante una registrazione dei Beatles!Un secondo dopo il pensiero di George la fece preoccupare,cosa avrebbe pensato vedendola arrivare con Paul e John?
Scrollò le spalle,George non aveva nessun diritto su di lei!Era libera di fare ciò che voleva - Ok ragazzi,vengo con voi!-
La limousine di John si fermò davanti agli studi e i tre scesero,ancora ridendo per una battuta di Paul,il sorriso di Susan si gelò sulle braccia quando incrociò lo sguardo con le famose Apple Scruffs,le loro occhiate piene di odio la stavano trafiggendo,John e Paul si accorsero della situazione,così la presero sottobraccio e si fermarono davanti a tre del gruppo,le salutarono dopodiché Paul disse -Gaileen,Lizzie,Carol,questa è una nostra amica,Susan,siate gentili con lei...o potrei non dimenticare quella faccenda del portafoto ancora per molto tempo...intesi?- lanciando loro uno sguardo diverso dal solito repertorio McCartney...metteva davvero soggezione!
Le ragazze si affrettarono ad annuire e stringere cordialmente la mano di Susan,infine entrarono negli studi.
Alla reception c’erano due ragazze molto carine,John per presentarle a Susan fece un numero dei suoi,fingendo di essere al circo e di introdurre il prossimo numero delle famose “Contorsioniste a Cavallo”,facendo l’occhiolino per far intendere chissà quale tipo di perversione,le due ragazze si comportarono proprio come se John non fosse nemmeno nella stanza e si presentarono da sole a Susan,mentre Paul sogghignava -Piacere,io sono Simone- disse una -Ciao,io invece sono Claudia...mi sembrava di aver sentito un fastidioso rumore,ma devo essermi sbagliata - questa affermazione fece quasi rotolare Paul sul pavimento per le risate,John gli tirò un pugno sulla spalla -Piantala Macca! - così cominciò una lite da bambini delle elementari che preoccupò un po’ Susan,ma sembrò non infastidire affatto le due segretarie,Simone le disse sorridendo - Non darci peso,sono due immaturi cronici!- intanto Paul e John continuavano nella loro pagliacciata richiamando fuori dagli uffici un po’ di gente,tra cui George Martin,Ringo e George ,gli altri due Beatle appena capirono cosa stava succedendo si buttarono anche loro nella finta rissa aumentando il buonumore degli spettatori,finchè George Martin si mise in mezzo gridando - Basta!Sennò vi metto in punizione e stasera niente TV! -
I quattro ragazzi si fermarono all’istante e cadendo tutti in ginocchio dissero insieme - No papà!La tele Noooo!!-, ridevano tutti,mentre John si alzava dal pavimento fece uno sguardo “truce” agli spettatori dicendo - Andate al lavoro!Forza!Siamo noi che paghiamo i vostri dannati stipendi!Prendete esempio da noi!- Ringo gli mise una mano sulla spalla e disse “serio” -Sarebbe meglio di no Johnny!- Susan aveva le lacrime agli occhi per le risate,piano piano tutti ritornarono al lavoro,lasciando solo i Beatles,Susan,George Martin e le ragazze della reception.
Ringo la presentò al signor Martin - è una di noi - aggiunse mentre i due si stavano stringendo la mano,gli altri tre annuirono convinti,questa frase toccò molto Susan,facendole quasi venire le lacrime agli occhi.
-Abbiamo invitato la dolce fanciulla qui,per vedere come lavora un genio - disse Paul - Grazie Paulie,non mi sarei definito un genio,ma chi sono io per contraddirti? - disse John -Infatti non parlavo di te Lennon!ma...- - Di me,ovvio! - finì Ringo facendo ridere tutti.
Susan aveva avuto paura di affrontare George,ma lui la guardava come se non fosse successo nulla,con lo stesso dolce sguardo di sempre,si sentì allo stesso tempo sollevata e delusa...ma forse era meglio così...no?
I ragazzi entrarono in studio e George e Suasan andarono in cabina audio,dove fu presentata a Geoff Emerick,dopodiché si misero al lavoro.
Susan seguiva il tutto seduta su una sedia,in silenzio,completamente ammaliata da ciò a cui stava assistendo,il processo creativo del più grande gruppo musicale della storia!!Diamine,QUELLI ERANO I BEATLES!
L’atmosfera in sala di registrazione era rilassata e tutto filava liscio,i ragazzi era tanto che non si divertivano così durante le sessioni.
D’un tratto George Martin si girò verso Susan e le disse sorridendo -Grazie- lei gli restituì uno sguardo stupito - è merito tuo se sono così rilassati,era tanto,troppo tempo che non li vedevo così,sono pochi giorni,ma la tua presenza si è fatta sentire in modo molto positivo,mi hanno parlato di te il giorno stesso che ti hanno incontrata e questo è strano,perché di solito ci vuole qualcosa di DAVVERO particolare per smuovere il loro interesse!-
Susan arrossì come un pomodoro e farfugliò qualcosa di incomprensibile...non sapeva proprio che dire!
Prima Ringo ora George Martin!
Dopo un paio di ore decisero di fare una pausa,Susan andò in bagno, mentre si stava dando una sistemata ai capelli entrò George.
Il cuore cominciò a battere così forte che era sicura che lui lo potesse sentire - Guarda che il bagno dei maschietti è quello di fianco - disse per fingere di essere tranquilla,lui non disse nulla,ma sorrise e lei si sentì sciogliere,George le venne vicino,incatenando i suoi occhi color cioccolato a quelli verdi della ragazza,sotto lo sguardo a raggi X del ragazzo Susan si sentiva quasi come un coniglio davanti ai fari di un’auto,era incapace di muoversi,respirare diventava difficile,l’unica cosa importante erano i meravigliosi occhi di George che la scrutavano,le labbra di lui erano un richiamo irresistibile,voleva sentire ancora quella morbidezza,voleva ancora una volta passare le dita tra i suoi capelli,ubriacarsi del suo sapore,del suo profumo...ma non poteva,questa consapevolezza le diede un dolore acuto al cuore.
Finalmente fu in grado di ridare ordini al proprio corpo e si girò verso lo specchio,finendo di sistemarsi.
Lui ormai le era dietro,le mise le mani sulle spalle e guardandola dallo specchio le sorrise ancora -Mi ha fatto piacere vederti qui...credi che le cose tra noi...?- Susan scosse piano la testa -Ho capito Gorge,non c’è bisogno di spiegazioni,io capisco ciò che mi hai detto e poi tu sei sposato- a questa frase la fronte di George si corrugò,ma lei fece finta di non essersene accorta -Quindi amici come prima?- lui annuì -Amici come prima- ma il tono della voce era triste.
Mentre tornavano allo studio George le chiese come aveva fatto a venire lì,per un secondo Susan sentì il panico sommergerla,ma poi perché?Lui non era il suo ragazzo e non aveva fatto nulla di male comunque,- Stamattina è venuto a casa Paul che mi ha chiesto se volevo andare a fare shopping con lui,visto che avevo già fatto tutto gli ho detto di sì,poi per strada abbiamo incontrato John e siamo andati a mangiare insieme ed eccoci qui!- seguì un lungo silenzio -Così Paul è venuto a casa stamattina eh?- aveva un tono sarcastico,Susan non sapeva come interpretarlo,quindi fece finta di niente e aggiunse -Sì,ci siamo divertiti un sacco e...ti ho comprato un regalo!- lui le fece un sorriso stupendo,che le tolse il fiato -Davvero? Cos’è?- chiese incuriosito,Susan aveva lasciato tutti i sacchetti vicino al bancone all’entrata,si mise a rovistare dentro e alla fine riuscì a trovare ciò che cercava,la nascose dentro un altro sacchetto e sorridendo guidò George nel corridoio dove c’erano gli uffici,ne trovò uno vuoto,dopo essere entrati chiuse la porta -Come mai tutta questa segretezza?- chiese lui -Mi vergogno a dartelo davanti agli altri- rispose la ragazza porgendogli il sacchetto,George tirò fuori una maglietta azzurra con sopra stampata una grossa cravatta nera a pois dello stesso colore della maglietta,alzò il viso verso di lei e sorridendo nel modo più dolce le disse - è bellissima,mi piace tanto!Grazie Suze!- lei scrollò le spalle - è solo un pensiero,sono contenta che ti piaccia- - La provo subito- disse lui -Ok,allora ti aspetto fuori- rispose la ragazza - E perché?puoi rimanere.-
- Mmmh d’accordo,mi giro- disse dandogli le spalle,il pensiero di George a petto nudo le faceva salire la pressione alla stelle,d’improvviso sentirono dei rumori fuori dalla porta.
Susan si girò di scatto verso George che era ancora a petto nudo,si scambiarono uno sguardo terrorizzato,cosa avrebbero pensato vedendoli così?!Come un fulmine lui le afferrò il polso,aprì una porta che si rivelò uno sgabuzzino e la tirò dentro.
Appena in tempo.Il proprietario dell’ufficio entrò in quell’istante.
Avevano entrambi il respiro affannato per l’agitazione,lo sgabuzzino era minuscolo ed erano schiacciati l’uno contro l’altro.
Susan sentiva il cuore di George battere fortissimo,quasi come il suo “Sarà l’agitazione” pensò,le mani le prudevano dalla voglia di toccare il petto di George,sentire la sua pelle sotto le dita,strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche,nessuno dei due parlava.
Il tizio nell’ufficio stava facendo una telefonata e sembrava mettersi per le lunghe,ad un certo punto cominciò a raccontare all’interlocutore delle sue peripezie dovute ad un’unghia incarnita.
George fece un verso buffo,si stva trattenendo dal ridere,Susan era scossa da spasmi con le lacrime che le zampillavano dagli occhi,si guardarono in faccia e peggiorarono la situazione,erano preda delle convulsioni,mentre il poveretto spiegava con dovizia di particolari ogni dettaglio della sua maledetta unghia,sapere di non poter ridere rendeva il tutto ancora più esilarante.
Finchè a Susan scappò un mugolio un po’ più forte,senza pensarci George le mise una mano sulla bocca.Smisero all’istante di ridere.
Il tizio fuori sembrò non essersi accorto di nulla,ma la mano di George era ancora sulla bocca di Susan,sentiva le morbide labbra della ragazza contro il palmo della sua mano,il respiro caldo,la testa gli girava,il cuore batteva in petto come un tamburo.
Spostò piano la mano verso la guancia e sfiorò col pollice le sue tenere labbra,a quel contatto Susan socchiuse la bocca,senza pensarci.
George semplicemente non capì più nulla,vederla compiere quel gesto così sensuale con tanta spontaneità lo fece impazzire dalla voglia di lei.
Le mise la mano sulla nuca e la tirò a sé,Susan si sentiva in paradiso,seguendo il suo desiderio appoggiò le mani sul petto di George,così magro,così caldo,sentiva il cuore di lui battere impazzito “è per me che batte così forte?Possibile?”,i loro visi si avvicinarono pronti a ripetere il contatto della sera prima,a condividere la sensazione di essere in paradiso,di assaporare il miele più dolce dalla bocca dell’altro.
Mister “Unghia Incarnita” finì la sua telefonata e si alzò rumorosamente dalla sedia,i due nello sgabuzzino sobbalzarono dalla sorpresa,staccandosi per quanto era possibile.
Quando sentirono che era uscito fecero lo stesso,George si rimise in fretta la sua maglietta.
Si scambiarono uno sguardo imbarazzato,- Quello che è successo lì dentro...- cominciò Susan - Non so che mi prende Suze,anzi,lo so,ti trovo attraente,se ti sto troppo vicino,mi viene voglia di approfittarne,ma io ci tengo davvero alla nostra amicizia,non voglio trasformarla in una scappatella mentre Pattie è via,se lasciassimo che accadesse, una volta tornata lei che faremmo?Avrei distrutto una fantastica amicizia.Tu meriti di più che essere “l’altra donna” per qualche settimana - Susan avrebbe voluto gridargli che non le importava,che lo desiderava,lo voleva così tanto da impazzire,ma non disse nulla e anzi,annuì a ciò che le stava dicendo.
Era tutto vero,lui era un uomo sposato,tutto ciò che avrebbe avuto al massimo sarebbe stata qualche settimana,giusto il tempo per innamorarsi alla follia di lui e poi avrebbe dovuto cederlo alla “legittima proprietaria”.Ne sarebbe uscita a pezzi.Forse non sarebbe più riuscita a frequentarlo,il pensiero di non vederlo più le fece così male da toglierle il fiato.
Fece un sorriso stentato e gli disse - hai ragione George,non posso pensare di perderti,il tuo affetto è troppo prezioso per me- lui sorrise di rimando facendole una lieve carezza sulla guancia.
Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno in corridoio tornarono allo studio,gli vennero incontro John e Paul - ma dove siete stati? - chiese Paul con un tono indispettito - Volevo dare a George la maglietta che gli ho comprato oggi - - l’hai spogliato tu?- disse ghignando John con fare lascivo - Sempre il solito Johnny,mi ha dato la maglietta e mi ha raccontato cosa avete combinato voi due nei negozi - rispose George indicando Susan e Paul,che sembrò lieto di sapere che si era parlato di lui nella conversazione.
- Comunque,Cyn e Mo sono partite oggi pomeriggio per un weekend lungo e io ho deciso di dare un party in piscina molto esclusivo,in pratica saremo noi quattro e te - disse John puntando il dito verso Susan - Prego?- - Hai capito benissimo piccola,non aspetto che di vederti in costume...veramente il desiderio vero sarebbe di vederti senza nemmeno il costume,ma mi accontento - disse facendo spallucce
- Allora,ti va di venire? Pensavamo di lavorare un po’ ma di farlo in un posto più divertente di questo - disse Paul facendo un gesto per indicare gli studi, - Non saprei...- - Dai vieni per favoooreeeee - dissero John e Paul buttandosi in ginocchio e giungendo le mani in preghiera,mentre facevano lo sguardo da cuccioli - D’accordo,mi avete convinta - i due gridarono - Evviva!! - si alzarono e Paul le venne vicino facendole un enorme sorriso - Sono davvero felice! - Susan rispose goffamente - Figurati Paul...- il ragazzo mentre si girava per tornare nello studio lanciò un’occhiata a George i loro sguardi lanciavano scintille.
Susan non aveva un costume,quindi mentre i ragazzi erano tornati al lavoro,lei era uscita per cercare qualcosa,le Apple Scruffs non le dissero nulla,ma continuarono a guardarla male “E per fortuna non sanno del party in piscina!” si disse Susan mentre si allontava.
Trovò un bel negozio di intimo che vendeva anche costumi da bagno,
la moda imponeva il bikini,lei ne scelse uno che giudicò il più casto,ce n’erano alcuni talmente a vita bassa da farla arrossire!Era azzurro con piccoli pois bianchi,il reggiseno era a triangolo e il pezzo sotto aveva i laccetti,sperò che a John non balenasse l’idea di slacciarglieli.
Tornò ad Abbey Road camminando lentamente,Paul pareva interessato a lei,ma lei era innamorata del Beatle sbagliato e sapeva di non essere il tipo da buttarsi su un altro ragazzo per disperazione o per ripicca,nemmeno se quel ragazzo si chiamava Paul McCarteney,fece un lungo sospiro,magari Paul non era interessato a lei in “quel” modo,era solo gentile,non sapeva che pensare e così decise di lasciar perdere,non aveva voglia di farsi venire il malditesta per cose che forse non esistevano nemmeno,rientrò agli studi e si diresse in sala regia,appena i ragazzi la videro con la busta in mano cominciarono a tormentarla per vedere cosa aveva preso,ma lei fu irremovibile,gli disse di fare i bravi e che l’avrebbero vista l’indomani,seguirono fischi e “buuuuu”,ma Susan non cedette,George Martin dovette ricordare loro che erano nel bel mezzo di una sessione di registrazione per farli calmare,così finalmente si rimisero al lavoro.
La sera decisero di fare un salto all’ Ad Lib per bere qualcosa e ballare un po’ si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere,non ci volle molto che cominciarono a transitare al tavolo ogni genere di persona,ragazze disponibili,personaggi indefinibili e altre rock star,Mick Jagger si sedette vicino a Susan,sebbene fosse evidentemente stonato dalla droga o dall’alcol (o più probabilmente da entrambi) si ricordò subito di lei - Tu sei quella che Paul vorrebbe...- prima che potesse finire la frase Paul gli diede una gomitata sulle costole e sorridendo gli disse - Mick,quella ragazza continua a fissarti,io mi butterei fossi in te - quello non se lo fece ripetere due volte e barcollò fino al tavolo della ragazza in questione.
Paul riprese a parlare come se nulla fosse e ancora una volta si scambiò uno sguardo di fuoco con George,prima di rivolgersi a Susan sorridendo.
La serata passò tranquillamente e verso l’una decisero di tornare a casa,si salutarono fuori dal locale,Paul le diede un dolce,lungo bacio all’angolo della bocca,mentre l’abbracciava - Mi sono divertito molto oggi - le disse - Anch’io Paulie,ci vediamo domani! - si girò per entrare nella Mini psichedelica di George e vide i due che si abbracciavano per salutarsi,Paul sussurrò qualcosa nell’orecchio di George e lui disse - Si vedrà Paulie - - Già - rispose quello serio.
Per un po’ Susan e George rimasero in silenzio “Chissà che si sono detti quei due?”,poi il ragazzo si girò verso di lei e si fece raccontare la giornata passata,risero insieme dello stratagemma usato da Paul e George disse che l’avrebbe copiato - Mi piacerebbe andare in giro con zio George - disse ridendo Susan - Non preferisci zio Paulie? - chiese lui sorridendo - No - rispose seriamente lei - Il mio preferito è zio Georgie - calò il silenzio per un po’ - Lo so che mi prenderai per pazza,ma ti sento così vicino come...- -...anime affini - finì lui,si leggevano dentro,semplicemente.
Arrivarono a casa,davanti alla porta di Susan si augurarono la buonanotte,George le diede un tenero bacio sulla fronte,che si impresse a fuoco sulla pelle di lei.Quella notte Susan sognò lei e George nello sgabuzzino,ma nel sogno si baciavano,ancora e ancora.

CAPITOLO 9

Il mattino dopo Susan si svegliò all’improvviso a causa di un rumore di piatti rotti,senza pensarci si precipitò in cucina per vedere cosa fosse successo.
George era in piedi con una padella in mano e un piatto pieno di uova per terra,alzò lo sguardo dal guaio appena combinato e vide Susan con indosso solo una sua vecchia maglietta che le aveva prestato,a piedi nudi.Una visione che gli mozzò il fiato,così bella nella sua semplicità,nel suo essere sé stessa e poi lei cominciò a ridere,la stanza sembrò risplendere della sua presenza,come se fosse entrato il sole.
Semplicemente bella,bella,semplicemente.
Cominciò a ridere anche lui,contagiato dal suo buonumore,quando smisero di ridere lui le raccontò come volesse sorprenderla preparando la colazione - Oh,mi hai sorpreso parecchio!Credevo ti fosse successo qualcosa! - - Mi spiace...- disse un po’ imbarazzato,ma felice di sapere come subito lei si fosse preoccupata per lui.
- Adesso vado a vestirmi,tu fai la doccia e IO preparerò la colazione,ok?- - Mah,se proprio insisti,non sapevo avessi gusti tanto raffinati da non apprezzare le mie famose “uova alla porcellana” servite sul pavimento! - rispose fingendosi offeso.
Quando George entrò il pavimento era pulito e in tavola c’era la colazione pronta,Susan era davanti alla finestra,indossava una camicione bianco con fiori ricamati e in controluce si vedeva il profilo del suo corpo,il ragazzo deglutì a vuoto - Ciao - disse ritrovandosi quasi senza voce,lei si girò sorridendo -Ciao!Lo so,non sono le tue famose uova,ma spero ti piaccia comunque - disse sogghignando,lui si sedette a tavola e cominciò a mangiare - Mmmh mangiabile - farfugliò George con la bocca mezza piena,Susan sorrise osservandolo,la luce della finestra lo illuminava,aveva i capelli bagnati,indossava un paio di logori jeans chiari a una maglietta azzurra che aveva sicuramente passato tempi migliori.Era semplicemente bello,bello,semplicemente.
Un qualunque ragazzo che faceva colazione,quanto avrebbe voluto che fosse così!
Si sedette al tavolo insieme a lui e mangiò un po’ di cereali con il latte,finito di fare colazione Susan lavò i piatti e andò a lavarsi i denti,tornò in salotto e vide George che la aspettava seduto su una poltrona che strimpellava qualcosa con la chitarra,ma non riuscì a capire cosa fosse,perché si interruppe appena la vide,le sorrise - Pronta? - - Sì -.
Le solite fans li aspettavano fuori dalla casa,stavolta chiesero chi fosse la ragazza con George e lui rispose - è un’amica - aprendo lo sportello per lei e andando via senza nemmeno salutare.
Guidò in silenzio per un po’ finchè Susan disse - è uno di qeui giorni,vero? - - Già...ma perché devono fare così?Solo perché comprano i nostri album non hanno diritto a prendersi anche le nostre vite,perché non si possono accontentare di ascoltare le nostre canzoni?-
- Perché sono convinte di amarvi e che nessuno vi ami come loro e vogliono starvi vicino,anche se questo significa stare davanti a casa vostra dalla mattina alla sera,ma sbagliano quando credono di possedervi solo perché vi amano tanto,quel genere di amore soffoca.-
Come lo capiva,eppure cercava comunque di spiegargli ciò che provavano quelle ragazze,nonostante l’avessero guardata malissimo ed era certo che se non ci fosse stato lui le avrebbero detto un sacco di malignità.
Cambiarono argomento,parlando come sempree di tutto e di niente.
Arrivarono a Kenwood,anche lì c’erano delle fans appostate all’entrata,fatta da porte scorrevoli di pesante legno,parcheggiarono davanti al garage.
Gli altri erano già tutti arrivati e li aspettavano in piscina,Ringo stava uscendo proprio in quel momento dall’acqua,Susan dovette usare tutta la sua forza di volontà per non spalancare la bocca,era semplicemente troppo sexy!Indossava un costume a pantaloncino blu come i suoi occhi,goccioline scivolavano sul suo fisico perfetto - hai fatto colpo Richie!!- gridò John,seduto su una sdraio con indosso un costume uguale a quello di Ringo,ma nero.Susan si sentì le guance in fiamme e si coprì il viso,i ragazzi scoppiarono a ridere e lei gli fece un certo gesto col dito - Uuuhh che ragazzina maleducata! - la sgridò John con un ghigno,Paul le venne incontro quasi ignorando il suo accompagnatore - Ciao Suze! - le diede un bacio sulla guancia abbracciandola forte,George si schiarì la gola rumorosamente,Paul si staccò - Ciao Harri - - Ciao Paulie -.
John venne loro incontro con un bicchiere di the freddo per Susan e George,per sciogliere la tensione che avvertiva la ragazza bevve un lungo sorso per sputarlo subito,era solo alcool!Scoppiarono tutti a ridere - ma cos’è?! - - Long Island Tea - - Ma è mattina!!! - John la guardò come se non capisse la sua affermazione - Ovviamente mi stai prendendo in giro - disse Susan guardando torva John che aveva un ghigno da Stregatto sulle labbra - Volevo vedere come l’avresti presa - lei tirò fuori la lingua - Mmmmh è un invito? - - Non per te!! - disse lei sedendosi su una sdraio,subito Paul le sedette vicino,così George si mise dall’altro lato.
Nonostante si fingesse tranquilla Susan era terrorizzata all’idea di togliersi il copricostume e rimanere solo col bikini davanti ai quattro ragazzi,John non faceva che darle fastidio chiedendole di “mostrare la mercanzia” e che non aveva organizzato quella giornata solo per vederla prendere il sole VESTITA!
All’improvviso le venne una fantastica idea,si alzò di scatto e scrutando nella direzione opposta alla piscina gridò - Guardate!Delle ragazze stanno scavalcando il muro! -,tutti si girarono e lei ne approfittò per togliersi il camicione e buttarsi in piscina,appena sentirono il rumore del tuffo capirono di essere stati fregati.
Susan li guardava dalla piscina ridendo - Ah-ah-ah,che ingenui! - John la osservò serio e disse - Te la sei cercata bambina,questa è una dichiarazione di guerra.ADDOSSO RAGAZZI!!! - si buttarono tutti in piscina schizzando ovunque,Susan stava cercando di raggiungere la scaletta per uscire,ma per un soffio non ci riuscì,Ringo la afferrò ad una caviglia ributtandola in acqua.
I quattro la circondarono,con ghigni malefici sul viso - E allora?Se chiederai perdono potremmo essere clementi con te - disse Paul - Dai ragazzi!Non sapete stare allo scherzo!Non siate vendicativi...- all’improvviso John si immerse e passandole la testa in mezzo alle gambe la issò sulle spalle,Susan comiciò a gridare cercando di tenersi in equilibrio - No!Vi prego,siate gentili!! - Questa posizione non mi dispiace Suze - disse John - ma sai cosa ti aspetta...vero? - - Ti prego John!Tipregotipregotiprego!!Nooo! -
Ma lui le prese le caviglie tirandole sopra le proprie spalle e facendole fare un tuffò all’indietro nell’acqua.
Appena Susan riemerse tossendo tutti cominciarono a schizzarla con l’acqua,finchè non si dichiarò sconfitta,quindi John la costrinse a ripetere una frase che lui le avrebbe suggerito all’orecchio - Siete i migliori musicisti,nonché i ragazzi più belli,affascinanti e intelligenti del mondo e...- John le sussurrò qualcosa all’orecchio - QUESTO te lo puoi scordare maniaco che non sei altro! - gli rispose arrossendo Susan, John la guardò maliziosamente e disse - Magari finirà che almeno con uno di noi...- ma prima di poter finire la frase lei gli spinse la testa sott’acqua per poi uscire dalla piscina,gli altri la seguirono ghignando,lei provò a fingersi offesa,ma poco dopo rideva insieme a loro.
Si riposarono prendendo un po’ il sole,dopo un po’ John si tirò su dalla sdraio e guardando Susan da sopra gli occhiali da sole disse - Ho fame! - senza nemmeno muoversi la ragazza rispose - Mi hai preso per la tua domestica?- - impossibile tesoro,tu sei molto più carina di lei -.
La ragazza si alzò - Sei fortunato che anch’io ho fame,porto da mangiare per tutti,ok? - - Vengo a darti una mano - disse Paul schizzando in piedi e lanciando un’occhiataccia a George,che rimase seduto fingendo una calma che non provava,dentro bolliva di rabbia.
John cominciò a cantare - You're going to lose that girl,You're going to lose that girl.If you don't take her out tonight,She's going to change her mind...- George si girò di scatto verso l’amico - E questo che significa? -
- Esattamente quello che canta Johnny - disse Ringo - Si vede lontano un miglio che quella ragazza ti piace...e non solo come amica!Anche lei prova qualcosa,ma mentre tu ti fai scrupoli assurdi Paulie ne approfitta e fa bene!Se sei così scemo da lasciarla andare non la meriti - - Ma Rich,io...lei...Pattie...- - Ma ti senti?Tu le piaci,lei ti piace,non potete sapere come andrà a finire se nemmeno ci provate no? - - Ringo:il Guru,dovrei chiamarti Ringu! - disse solennemente John - Veramente l’ho letta ieri sera nel biscotto della fortuna al ristorante cinese vicino casa - scoppiarono tutti a ridere - Và da lei scemo - gli disse John,così fece.
Nell’enorme cucina dei Lennon Susan stava preparando dei tramezzini al tonno,alle uova e al prosciutto aiutata da Paul,cioè lui le passava il pane...e la faceva ridere.
- Hai uno sbaffo di maionese - le disse,Susan si passò il dorso della mano sulla guancia - Dove? - chiese - Qui - rispose lui leccandole il labbro superiore,il cuore le schizzò dal petto,le gambe diventarono improvvisamente molli,lui le stringeva le braccia guardandola intensamente - Mi piaci Suze,e sono sicuro che nemmeno io ti sono indifferente,vorrei uscire con te - le accarezzò dolcemente il viso.
George era appoggiato al muro,di fianco alla porta,sentendosi impotente e furioso.
Susan si sentiva confusa,Paul le piaceva,ma non era sicura se nello stesso modo in cui le piaceva George,si divincolò dalla stretta di Paul - Scusa,non so che dire,io...- uscì di fretta dalla cucina,salì le scale per andare a nascondersi in bagno a riflettere,stava vagando in un corridoio chiedendosi dove fosse il bagno,quando qualcuno la afferrò per il polso tirandola dentro una stanza,stava per gridare dalla sorpresa,ma si accorse che era George.
- Ma che...- cominciò la ragazza,lui chiuse la porta a chiave,una luce strana gli brillava negli occhi,che parevano più scuri del solito.
Le afferrò le spalle spingendola verso il muro avvicinò la sua bocca a quella di lei,le labbra che si sfioravano appena e le sussurrò - Ti ha baciata?Beh,Non gliela darò vinta facilmente - e la baciò con passione,leccandole il labbro,come aveva fatto poco prima Paul,come se volesse “cancellare le tracce” dell’altro,la baciò con trasporto,quasi fosse affamato di lei e Susan non seppe resistere,assaporò ancora il dolce gusto delle labbra,della bocca di lui,ma d’improvviso la frase detta da George le illuminò la mente,si staccò in modo brusco,furiosa.
- Non gliela darai vinta?Cos’è?Ora che hai visto che mi vuole lui sei diventato geloso?Adesso mi vuoi tu per non cedermi a Paul?! - gli dette uno spintone allontanandosi da lui,lo sguardo in fiamme dalla rabbia.
- C- cosa?!No!Non è così Suze! - tentò di avvicinarsi,ma lei rimaneva a distanza di sicurezza - E allora perché fai così?! Ti avvicini e poi mi allontani di nuovo con la scusa dell’amicizia,ma appena mi vedi con lui fai la parte del fidanzato geloso! - - Cazzo!Forse perché SONO GELOSO!!Non sopporto quando Paul ti ronza intorno,quando ti tocca,nemmeno quando ti parla!- si mise le mani tra i capelli espirando rumorosamente - Vorrei che guardassi solo ME,che parlassi solo con ME,che toccassi solo ME,se solo sapessi QUANTO mi costa non sfiorarti ogni istante,assaporare quelle tue morbide labbra,mi sento impazzire!! - Susan dovette sedersi sul letto per non cadere per terra dalla sorpresa,George le venne vicino e si lasciò cadere sulle ginocchia,le prese le mani fra le sue,baciandole con delicatezza.
- Non so cosa ci sia tra noi Suze,ma so che IO non riesco più a far finta di non essere attratto da te,non posso che prometterti queste settimane per stare insieme,se non fossi sposato forse...- - Ma lo sei - sussurrò lei George alzò lo sguardo per incontrare quello di lei - Anch’io non posso fingere di non sentirmi attratta da te...preferisco vivere ciò che succederà piuttosto che chiedermi tutta la vita “E se...?”,inoltre questa per me è come una specie di bellissimo sogno ad occhi aperti,so che prima o poi finirà - George si avvicinò per baciarla,questa volta quasi con timore,si scambiarono un dolce,lento bacio,come fosse una promessa.
John trovò Paul nel solarium,seduto sulla poltrona con lo sguardo perso,la mente altrove,presente ma assente “è così che mi vede Cyn quando sono al posto di Paul?”,si avvicinò senza far rumore - Che c’è Johnny? - chiese Paul senza nemmeno girarsi - Volevo sapere come stavi - - Tutto bene,come sempre - - Ti ricordi con chi stai parlando vero? - - Lei mi piace,all’inizio ero “il solito Paul”,ma poi standoci insieme...è diversa,per lei...- - Siamo solo John,George,Paul e Richie - finì l’amico - Già - disse Paul - Ed è così bello,così rilassante,mi sento me stesso - John gli mise una mano sulla spalla - Suze ha scelto George,lo sai anche tu fratello - - Sì,sono contento per lui,visto come vanno le cose con Pattie,spero solo che là fuori ci sia una Susan anche per me - - Io non ti basto?Ora mi sento offeso! - disse teatralmente John facendo tornare il sorriso a Paul,che si alzò e uscì in piscina.
George e Susan tornarono giù tenendosi per mano,incapaci di staccarsi gli occhi di dosso,passarono davanti al solarium e Susan vide John seduto sulla poltrona davanti alla vetrata,disse a George di precederla ed andò a parlare con John,lo chiamò,lui si girò a sorriderle - Ciao piccola,allora come va?In quale camera l’avete fatto tu e George?Sai,per dire alla domestica dove pulire - disse facendole l’occhiolino - Non abbiamo fatto quello che pensi tu,maiale! - rispose Susan arrossendo - Ooooh sei venuta qui per raccontare a zio Johnny cosa avete combinato voi due? - - No!Non sono affari tuoi “zio Johnny”- disse ridendo Susan,ridivenne seria - Riguarda te John,forse mi prenderai per pazza,ma DEVO dirtelo - fece un lungo sospiro,l’altro la guardava attentamente - L’altra notte ho fatto un sogno,eravamo io e te,solo che non ero me stessa,ma...tua moglie - stranamente lui non fece nessuna battuta,ma disse - Eri Cyn? - - No,non ero Cynthia,ma un’altra donna,però nel sogno SAPEVO di essere tua moglie,nel sogno passeggiavamo mano nella mano,non eravamo in Inghilterra,ma a New York,so anche la data era l’ 8 dicembre 1980,ti prego di credermi John,era molto più di un semplice sogno - - Ti credo piccola - disse lui stringendole la mano - Ad un certo punto arrivavamo davanti al palazzo dove abitavamo e lì c’era un ragazzo, Mark Chapman e lui...lui ti sparava uccidendoti!! - Susan scoppiò a piangere al pensiero che nel futuro era già successo,ma se poteva far qualcosa per impedirlo l’avrebbe fatto,sperava solo che lui le credesse sul “sogno premonitore”.
John la tenne stretta fra le sue braccia cercando di confortarla un po’
- T- ti p - prego John,credimi sono sicura di aver visto qualcosa che accadrà in futuro,giurami che starai attento,che se dovesse presentarsi un ragazzo di nome Mark Chapman chiamerai la polizia o te ne andrai via il prima possibile,non voglio che tu muoia!!Anche se non mi credi GIURAMI che lo farai - - va bene piccola,te lo prometto,ci credo che il tuo non sia un sogno qualunque,quindi starò attento,va bene?- la ragazza annuì asciugandosi le lacrime agli occhi - Grazie Johnny -
Uscirono in giardino e videro George e Paul in angolo che parlavano,quando si accorsero della loro presenza si girarono e Paul sorrise a Susan tirando sù il pollice,la ragazza gli corse incontro,abbracciandolo e sussurrandogli - Mi dispiace Paul...- - Dispiace anche a me Suze - disse con un tono un po’ triste,poi a voce più alta - Forse se ti avessi investita prima io...comunque se in questo modo si incontrano ragazze tanto carine posso sempre provarci anch’io! - - Ma se guidi come una vecchietta Macca! - disse John,Paul corse verso di lui e gli diede una spinta facendolo cadere in piscina,tra le risate generali.
Dopo aver mangiato i ragazzi andarono nello studio di registrazione per suonare un po’ mentre Susan si sdraiò a prendere il sole.
Non poteva crederci,lei e George!!Si portò la mano sulle labbra sfiorandole con la punta delle dita,sentiva ancora il tocco di quelle di George,sapeva che avere una “relazione a termine” l’avrebbe fatta soffrire,ma semplicemente non aveva avuto scelta,ne era innamorata,aveva bisogno di stargli accanto,non solo come amica.
Sarebbe stata male quando tutto sarebbe finito?Sicuramente,ma voleva nonostante tutto vivere questa storia e comunque l’unica che ne avrebbe sofferto sarebbe stata lei.
Chiuse gli occhi,pensando alla sua conversazione con John,sperava davvero di averlo convinto,aveva deciso di dirgli che aveva avuto un sogno perché di certo non poteva raccontare che veniva dal futuro!
Ad un tratto sentì un ombra su di sé,aprì gli occhi,era George che la guardava sorridendo - Sei bellissima.Ho detto che dovevo andare in bagno,ma non credo ci abbiano creduto,mentre uscivo John mi ha detto “Salutami Suze!”- - Come mai sei qui? - gli chiese la ragazza mettendosi a sedere - Per questo - disse lui piegandosi su di lei,baciandola con un’intensità tale da levare il respiro ad entrambi.
- Mi pare un ottimo motivo - disse Susan col fiato corto facendo ghignare George - Mmmh già - convenne lui baciandola ancora,come se fosse affamato di lei e in effetti era ciò che provava,non sembrava mai bastare,voleva “sentirla”, era una sensazione nuova per lui,era come un ragazzino col suo primo amore.
Quella parola gli passò per la testa e la cancellò immediatamente.
Non era innamorato di Susan,le voleva bene,la sentiva vicina,ma lui amava Pattie,nonostante avessero dei problemi,era sua moglie.
Si baciarono per qualche minuto ancora,poi lui tornò allo studio.
Lo sguardo acceso,gli altri lo stavano aspettando strimpellando qualcosa - Hai finito “in bagno”? - gli disse John - Mmmmhh sì - - Deve avere qualcosa di speciale quel bagno...non ti avevo mai visto così - disse Ringo - Non è che ci posso andare anch’io? - chiese facendo ridere gli altri - Non ci provare Richie! - disse George passandosi la cinghia della chitarra sulla spalla - Se avete finito di perdere tempo,io vorrei suonare - continuò serio,immediatamente fu centrato in testa da una bacchetta di Ringo - Ooops mi è scappata di mano! -
Verso le nove i ragazzi riemersero dallo studio,Susan era seduta sul divano a guardare la televisione.
- Scusa Suze se ti abbiamo lasciata qui da sola - disse Paul - Non vi preoccupate ragazzi,oggi mi sono divertita un sacco - - immagino in che modo e con chi - l’interruppe John,guadagnandosi un occhiataccia - Comunque lo so che dovete lavorare e a me sta bene,davvero -
- Ok,ora ce ne torniamo a casa - disse Ringo,si salutarono,George e Susan andarono alla macchina - Non vedo l’ora di essere a letto - disse lui senza pensarci,facendo scoppiare a ridere Susan,la guardò per un attimo confuso,poi capì quello che aveva detto e si sentì imbarazzato - Non intendevo...- - Lo so,ed è per questo che mi hai fatto ridere! - - Però ora che ci penso...- disse lui stringendola a sé e baciandola sul collo - Se farai il bravo e per una volta non guidi come un pazzo,posso anche pensarci- rispose Susan con uno sguardo malizioso.
- Lo sai vero che mi stai chiedendo un enorme sacrificio? - - Sì,ma ne varrà le pena - disse lei attirandolo a sé e leccandogli il labbro sensualmente.
George sentì il cervello andare in fumo - S - sì,lo penso anch’io...andiamo? - disse lui con voce roca.
Guidò tenendosi nei limiti di velocità,ma con una voglia incredibile di pigiare sull’acceleratore per poter arrivare prima possibile a casa.
Prese la mano di Susan e la baciò dolcemente,si scambiarono uno sguardo,occhi negli occhi,ancora una volta non c’era bisogno di inutili parole per esprimere le mille emozioni che riempivano i loro cuori.


CAPITOLO 10

Arrivarono a casa,appena chiusa la porta d’ingresso si fiondarono l’uno fra le braccia dell’altro,baciandosi appassionatamente,George le teneva il viso fra le mani sussurrando il suo nome,Susan si stringeva a lui come se ne dipendesse la propria vita,quando non ne poterono più si spostarono in corridoio,George stava per aprire la porta della sua camera da letto,ma Susan gli prese la mano e tirandolo con dolcezza disse - Non lì - lui si girò,guardandola negli occhi,ancora una volta,senza che lei dicesse nulla George capì i pensieri di lei e si diresse verso la stanza della ragazza,l’altra era la camera sua e di Pattie,questa invece,sarebbe stata la “loro”,chiuse la porta con un calcio e riprese a baciare la ragazza con nuovo ardore,mentre camminavano verso il letto,finchè non ci caddero sopra goffamente,cominciarono a ridere tutti e due,ma George non resistette a lungo e ricominciò a baciarla,mordendo e leccando quelle morbide labbra “Oddio!Mi fa questo effetto soltanto baciandola!” pensò in un attimo di lucidità,continuò baciandole il mento poi giù,il collo,mentre lentamente le slacciava i bottoni del copricostume,avevano entrambi il respiro affannato,le piccole mani di lei si avventurarono sotto la maglietta di lui,accarezzandolo,quel contatto fece uscire un lamento dalla bocca del ragazzo,sentire le sue mani sulla pelle...MAI aveva provato emozioni simili con un’altra,intanto Susan continuava ad accarezzarlo passando dal petto alla schiena,graffiandolo con delicatezza,un altro lamento,più rumoroso,Cercava inutilmente di concentrarsi sui bottoni del camicione,ma non ci riusciva,gli tremavano le mani dal desiderio,prese i lembi del vestito e li tirò,facendo saltare via gli ultimi bottoni,spostò lo sguardo dal corpo di lei verso il viso,forse l’aveva spaventata.
No,gli occhi di Susan erano offuscati dal desiderio,come era certo fossero anche i suoi,lei gli tirò via la maglietta e iniziò a slacciare i jeans,la visione delle piccole mani della ragazza impegnate a spogliarlo lo eccitò ancora di più.
Si sfilò i jeans ,gettandoli sul pavimento,ora erano entrambi solo in costume,coprì la bocca di Susan con la propria,la ragazza subito dischiuse le labbra e la lingua di George entrò nella sua bocca,assaporandola,danzando con la lingua di lei,facendoli incendiare di passione,le accarezzò la schiena,dal basso verso l’alto,fermandosi sulla nuca per slacciarle il pezzo sopra del bikini,si staccarono un attimo,voleva contemplarla “Dio com’è bella!” pensò guardandola,aveva il viso acceso di passione mista ad imbarazzo,gli occhi luccicanti,provò a coprirsi il seno,ma lui le prese con delicatezza i polsi,facendo posare le mani sul suo petto - Sei stupenda,fatti guardare - Susan abbassò lo sguardo arrossendo ancora,George finì di slacciarle il reggiseno per buttarlo sul pavimento insieme al resto dei vestiti.
La fece sdraiare sul letto,baciandola su tutto il viso e sussurrando ogni tanto - Bellissima - lei sorrideva felice,le braccia avvolte intorno al collo di lui,piano piano scese verso il collo di lei,lasciando scie di baci umidi sulla pelle.
La baciò con dolcezza in mezzo ai seni,per spostarsi verso uno,sempre baciando,leccò piano il capezzolo,un grido soffocato uscì dalla bocca di lei,questo suono lo fece impazzire,baciò,leccò,succhiò i seni di Susan,mentre la ragazza era in preda all’estasi,persa nel piacere del tocco di lui,che dopo un po’ spostò la sua attenzione ancora più in basso,con lentezza esasperante le sfilò gli slip del costume,sospirando gravemente alla vista del corpo nudo della ragazza,che ormai aveva superato l’imbarazzo,gli occhi pieni di passione e lussuria - Anche tu...- sussurrò lei,George la guardò facendo uno dei suoi sorrisi di traverso,togliendosi il costume.
Erano nudi.
Finalmente liberi di sentire la pelle dell’altro sulla propria.
Ricominciarono a baciarsi con passione,le grandi mani di lui che accarezzavano lentamente il corpo della ragazza,facendola
gemere,finchè non si fermò sulla parte più intima di lei,toccandola con delicatezza dandole ondate di piacere e facendola quasi gridare.
- George...ti..ti prego,mi stai torturando...prendimi - sussurrò Susan,la voce carica di desiderio,sentirla supplicare fece perdere del tutto la testa a George,voleva sentirla,essere una cosa sola con lei.
Si posizionò sopra appoggiandosi con le braccia per non pesarle addosso,la baciò con passione,quando si staccarono in cerca d’aria George incatenò lo sguardo a quello della ragazza ed entrò in lei,piano,senza mai staccare il contatto visivo,assaporando sensazioni mai provate,George si sentiva fluttuare,del tutto in sintonia con Susan,la ragazza alzò il bacino per aumentare il contatto,circondandogli la vita con le gambe e spingendolo ancora di più verso di lei,il ragazzo emise un forte gemito di piacere sentendosi completamente dentro di lei.
Rimasero un attimo fermi,sempre occhi negli occhi,poi George cominciò a muoversi,lentamente,voleva farlo durare il più a lungo possibile,ciò che stava provando andava al di là del semplice sesso,era un incontro di anime.
Susan non era vergine,aveva avuto due ragazzi prima,quindi non ci fu nessuna fitta dolorosa,solo puro piacere mai provato prima,il suo corpo rispondeva ad ogni movimento di quello di George,anticipando i desideri dell’altro,in cerca del piacere reciproco.
“Suze...Suze...” credeva di pensarlo soltanto,invece si accorse che lo stava dicendo a voce alta,anche le labbra di lei mormoravano il suo nome - George...George..- come una litania,aumentò le spinte,in preda al piacere e al desiderio di sentirla ancora di più,di più.
I respiri si fecero affannati,i corpi lucidi di sudore,George sentiva il culmine vicino,quasi spaventato dalla sensazione che avrebbe provato,baciò con urgenza Susan per sentirla ancora più vicina diede un paio di spinte più profonde e un’ondata di piacere si propagò per tutto il corpo,investendolo,lasciandolo senza fiato,mentre sentiva che la stessa identica esperienza succedeva a lei,stavano provando l’apice del piacere insieme,corpo e anima fusi.
George si specchiò negli occhi di lei colmi di piacere e stupore per quell’esperienza unica.

Piano l’ondata di piacere passò,lasciando entrambi spossati,George si lasciò cadere di fianco a Susan,il respiro ancora pesante,il cuore che martellava nel petto e in testa.
- Cos’è stato? - chiese la ragazza col fiato corto - MAI avevo provato una cosa simile...- - nemmeno io se è per questo...quindi non posso esserne certo,ma credo che abbiamo l’orgasmo nello stesso momento -
- Credevo fossero favole - - evidentemente non è così...almeno non per noi - disse ghignando George.
La attirò a sé,stringendola forte,come se avesse paura che da un momento all’altro potesse scomparire,coprì entrambi con la trapunta,si scambiarono qualche bacio lento,dolce,per poi addormentarsi,ancora una nelle braccia dell’altro.
Il mattino dopo George si svegliò con la sensazione di perfetta,assoluta felicità che gli riempiva il cuore,ritornò con la mente a ciò che era successo la notte precedente ed un enorme sorriso gli stampò in faccia.
Si girò e vide Susan rannicchiata nell’incavo del suo braccio,la testa appoggiata al suo petto,ancora addormentata.
Il sorriso di George si fece più dolce,le accarezzò piano una guancia “Com’è bella...ed è mia” pensò al colmo della felicità.
Continuò a guardarla dormire per un po’,finchè non si riaddormentò,svegliandosi improvvisamente con la sensazione di aver perso qualcosa...si girò,Susan era seduta all’angolo del letto,mentre si infilava la sua vecchia maglietta,la afferrò per la vita trascinandola accanto a sé.
La ragazza emise una specie di squittio dallo spavento,ma subito un sorriso le nacque sulle labbra - Buongiorno - disse Susan baciandolo con dolcezza - Buongiorno bellissima - rispose lui tenendola stretta - Come stai? - - Un po’ stanca,ma per il resto benissimo - - Mmmmhh...alla fine di questa giornata scommetto che sarai ESAUSTA - disse George ghignando,le guance di Susan divennero rosse come mele,ma lo sguardo era carico di desiderio,quella combinazione di innocenza e sensualità faceva impazzire George.
La baciò con passione - Magari potrei cominciare a stancarti da subito - sussurrò mordendole un lobo dell’orecchio,la sentì fremere,sorridendo
mentalmente al fatto che anche lei lo desiderava allo stesso modo in cui la desiderava lui.
- George,forse dovremmo fare colazione prima - disse Susan cercando di staccarsi senza riuscirci,lui la teneva troppo stretta.
- D’accordo,ma poi sei mia per il resto della giornata -rispose il ragazzo,puntandole addosso quei suoi occhi così magnetici,la ragazza si limitò ad annuire.
Fecero colazione,ridendo e scherzando,senza riuscire a smettere di cercarsi,anche solo per sfiorare la mano dell’altro.
Finito di sparecchiare e lavare i piatti,Susan disse - vado a farmi la doccia - George non disse nulla,annuì e basta sedendosi sul divano.
La ragazza si sentì quasi delusa dal fatto che lui non avesse insistito a seguirla nella doccia,ma forse l’aveva fatto per darle un po’ di tregua.
Aprì il rubinetto dell’acqua calda e si spogliò,entrando nella vasca,alzò il viso verso il getto della doccia,gli occhi chiusi.
Continuava a rivivere la notte passata con George,le sue mani,il suo sguardo,la sensazione di essere una cosa con lui.
D’improvviso sentì una languida carezza sulla schiena,sorrise sempre senza aprire gli occhi - Pensavi davvero che ti avrei lasciato da sola sotto la doccia? - le sussurrò nell’orecchio,si girò verso di lui aprendo gli occhi e incatenando il suo sguardo a quello di lui - Per un attimo l’ho pensato - disse,lui entrò nella vasca - Sciocca ragazzina,ti avevo detto che saresti stata mia per TUTTO il giorno - gli occhi scuri di lui,due pozze di liquido desiderio,Susan sentì brividi di piacere scorrerle lungo il corpo.
Lo fecero sotto la doccia,poi si lavarono a vicenda sorridendo.
George le asciugò i capelli col fon,parlando per tutto il tempo con un assurdo accento francese,facendola ridere fino alle lacrime.
Tornarono a letto dormendo abbracciati,svegliandosi per pranzare e farlo sul divano perché - Ci vuole troppo ad arrivare in camera - usando le parole di George.
Guardarono la televisione e cenarono,Susan si alzò per lavare i piatti,ma George aveva in mente un’altra idea,mentre la spogliava per
l’ennesima volta lei disse - Vuoi farlo sul tavolo?! - - Ci vuole troppo ad arrivare al divano - rispose lui facendola ridere.
Ogni volta era un’esperienza unica,di perfetta completezza.
Andarono a letto,tenendosi abbracciati - Avevi proprio ragione,è la fine della giornata e sono ESAUSTA - George cominciò a ridere,contagiando anche lei,infine si addormentarono,sempre abbracciati.

CAPITOLO 11

Susan si svegliò col sorriso sulle labbra.Felice,ecco come si sentiva.
Totalmente,perfettamente felice,si girò verso George che dormiva beato accanto a lei,un lieve sorriso sulle labbra.
“Se tutto questo è un sogno non voglio che finisca,voglio sognare per sempre”.
Negli ultimi tre giorni lei e George si erano amati.Fisicamente ( al ricordo di certi momenti la ragazza arrossì furiosamente),ma anche a livello mentale.
Susan sentiva di appartenere completamente a George ed era quasi certa che anche lui provasse lo stesso.
Non ne avevano mai parlato,lo spettro del rientro di Pattie che incombeva ogni giorno di più,eppure,ogni tanto coglieva George a guardarla con uno sguardo così intento,che era quasi doloroso sostenere quegli occhi tanto magnetici.
A volte sembrava che volesse dirle qualcosa,ma poi cambiava idea e la baciava con passione,come se fosse l’ultima volta.
In quei momenti Susan era certa dei sentimenti di George,ma poi,da sola,nella casa vuota,si diceva che era una stupida a pensare certe cose,che era così innamorata di lui da proiettare quel sentimento verso George;certo,anche il ragazzo teneva molto a lei,si capiva che le voleva bene,che si divertivano insieme,ma tutto lì.
“Non farti illusioni ragazzina”pensò per l’ennesima volta “Una volta tornata Pattie dovrai sloggiare e tutto finirà”,come sempre provò una fitta al cuore al pensiero di non poter più stare con George.
Per cercare di riprendere il controllo decise di fare qualcosa per non pensare,così si alzò e andò a preparare la colazione.
George aprì gli occhi e quella sensazione di assoluta felicità lo invase ancora,ormai era così dalla prima notte insieme a Suze.
Quella ragazza era “Perfetta per me...io...credo..” i suoi pensieri furono interrotti dalla ragazza in questione,che entrò nella stanza portando un vassoio carico di cibarie e due tazze da the.
Senza nemmeno rendersene conto le labbra di George si stesero in un sorriso dolcissimo,gli occhi che brillavano di gioia.
- Il principe è servito - disse Susan,ricambiando lo sguardo e il sorriso del ragazzo - Grazie mia graziosa servetta - rispose lui in tono regale facendola ridere,Susan si mise le mani sui fianchi e ostentando un tono offeso disse -“servetta”?- lui la guardò fingendo indifferenza -Certo,se servirai bene il tuo signore verrai ricompensata col titolo di principessa -. La ragazza fece una riverenza esagerata - Com’è magnanimo mio signore,cercherò di fare del mio meglio - detto questo infilò l’indice nel vasetto di marmellata che aveva portato e con un sorriso malizioso lo avvicinò al viso di George che sorrise dischiudendo le labbra,ma invece di portarlo alle labbra del ragazzo Susan gli impiastricciò il viso - Così impari a chiamarmi servetta!!- gli disse ridendo.
- Allora vuoi la guerra!!- rispose lui prendendo dal vasetto una dose di marmellata esagerata e spalmandogliela sui capelli - che stronzo che sei George!!- -Ma sei hai cominciato tu!!- disse lui ghignando,continuarono a giocare per un po’ finchè Susan dovette darsi per vinta.
- Uffa!Guarda in che stato siamo!meglio farsi una doccia - - E perché? - chiese lui col suo solito sorriso sgembo,quello che faceva battere il cuore della ragazza a mille - Io non ho ancora fatto colazione e sono affamato,c’è un modo migliore per togliersi di dosso la marmellata - disse leccandole il collo - Mmmmhh...lampone,la mia preferita -.
Susan aprì gli occhi e guardando l’orologio vide che erano le due e mezza di pomeriggio,George doveva essere andato agli studi.
Si alzò,ancora intontita,le lenzuola erano da cambiare,piene di marmellata,arrossì al ricordo di lei e George,sapeva bene che i Beatles avevano parecchia esperienza in “quel” frangente,inoltre lei era una ragazza “moderna” “Anche troppo!”pensò ridendo,ma non poteva ripensare a certi momenti senza sentirsi in imbarazzo,certe cose non le aveva mai fatte ed era certa che non le avrebbe fatte con nessun’ altro.
Eppure dividere quei momenti con lui era stato bellissimo,magico “ma presto finirà...” pensò con tristezza “Devo pensare a trasferirmi e trovarmi un nuovo lavoro...”.
Passò il pomeriggio pulendo la casa,dopodiché si mise a leggere il giornale per trovare degli annunci di lavoro.
Fu così che la trovò George,sdraiata sul divano,intenta a leggere il giornale cerchiando un annuncio con una penna rossa.
Appena si accorse di lui,la ragazza si alzò,gli corse incontro buttandogli le braccia al collo e baciandolo con passione - Bentornato!! - disse quando si staccarono - Wow!Questo sì che è un bentornato!- sorrise George,stupito dalla sensazione di serena felicità nel vedere Susan accoglierlo con tanto affetto “Mi sento davvero a casa” pensò lui mentre le accarezzava dolcemente il viso,guardandola negli occhi,ridendo sommessamente appena vide le sue guance imporporarsi,succedeva ogni volta che la fissava intensamente negli occhi ed ogni volta questa involontaria confessione dei sentimenti della ragazza verso di lui lo rendeva allegro...euforico addirittura.
-Cosa stavi facendo?- Le chiese -Nulla di importante,davo un’occhiata al giornale...- minimizzò lei cercando di prendere il giornale per nasconderlo,ma George fu più veloce,notando i vari segni rossi sulle pagine -Gli annunci economici...a che ti servono?- -George,devo trovarmi un lavoro e una casa...al più presto- -E mi dici...- cominciò lui,le parole gli morirono in gola,stava per chiederle il perché avesse bisogno di allontanarsi da lui,ma poi ovviamente la realtà lo colpì in pieno,con la stessa forza di un treno merci -Pattie...- sussurrò - Già-disse lei - Ma non preoccuparti,sapevo bene quello che stavo facendo e non rimpiango nulla George- il ragazzo poteva avvertire lo sforzo di lei nel tenere un tono leggero,come se non fosse affatto triste,ma la conosceva bene.
Sapeva ciò che Susan stava provando,semplicemente perché era la stessa sensazione che affliggeva lui.
Come se qualcuno gli stesse stringendo il cuore in una morsa,un dolore che quasi gli toglieva il respiro.
La voce di lei poteva anche fingere un tono allegro,ma i suoi occhi erano pieni di tristezza “Se mi guardassi allo specchio adesso,so che avrei lo stesso sguardo triste”pensò lui.
Fece cadere a terra il giornale,calpestandolo mentre si avvicinava a Susan,chinandosi a baciarla con dolcezza,un braccio che le cingeva la vita l’altro attorno alle spalle,la mano affondata tra i capelli della ragazza.
Quando si staccarono,senza dire una parola,andarono in camera tenendosi per mano.


CAPITOLO 12

George si svegliò durante la notte,Suze dormiva tranquilla al suo fianco,ancora una volta pensò che nel sonno sembrava una bimba innocente “Che si è andata a mischiare con un poco di buono come me,sapevo che non sarebbe finita senza conseguenze...ma chi pensava che sarei rimasto così coinvolto?Io...non riesco nemmeno a immaginare di lasciarla andare via”.
Storie extraconiugali ne aveva avute tante da non poterle nemmeno contare,ma era sempre tornato da Pattie,sua moglie,la donna che nonostante tutto amava ancora,ma adesso,adesso era diverso.
Suze era diversa da tutte le altre storie passeggere,ormai erano giorni che viveva tormentato dal pensiero di perderla,dalla paura che quella ragazza così speciale ad un tratto si girasse verso di lui dicendogli che era tutto finita,che lui non poteva tenere il piede in due scarpe...che doveva scegliere.
Si passò la mano sugli occhi,un profondo sospiro gli uscì dalle labbra,per l’ennesima volta si chiese cosa doveva fare,in quel preciso momento sentì una specie di singhiozzo provenire da Susanne,si girò verso di lei,evidentemente stava sognando,dall’espressione corrucciata qualcosa di poco piacevole,il ragazzo sfiorò con la punta delle dita la guancia della ragazza,come per rassicurarla -George - sussurrò piano,senza pensarci lui rispose dolcemente -Sono qui- sulle ciglia di Suze apparvero delle lacrime,che scesero sulle guance,tracciando delle scie umide,George sentì il cuore stringersi,vederla piangere era semplicemente insopportabile “Cosa starà sognando da farla stare tanto male?”,come se gli avesse la mente la ragazza parlò di nuovo nel sonno -Ti prego..ti prego non andartene,non mi lasciare- finì la frase con un forte singhiozzo la voce piena di tristezza,le lacrime ora scendevano a bagnarle tutto il viso.George si portò una mano alla bocca,sentirla supplicarlo di non abbandonarla gli fece male fisicamente,poteva davvero dare un taglio netto a questa storia quando Pattie sarebbe tornata tra qualche giorno?Voltare le spalle al profondo sentimento che provava per Suze,spezzando il cuore di entrambi?D’altro canto non poteva tenere incatenata la ragazza in una relazione extraconiugale ed era certo che nemmeno lei avrebbe acconsentito a continuare dopo il ritorno di Pattie...quindi che fare?
Un nuovo singhiozzo un -Per favore- sussurrato a fior di labbra lo fecero sentire malissimo,cercando di calmarla senza farla svegliare cominciò ad accarezzarle i capelli dolcemente,sapeva quanto le piacesse.
Poco dopo infatti i singhiozzi cessarono,così come le lacrime.
Passò il resto della notte così,accarezzandole i capelli e pensando a ciò che doveva fare,cercando di trovare la soluzione giusta.
Alle prime luci dell’alba aveva preso una decisione,una decisione dolorosa,ma sperava fosse per il meglio.Ora doveva “solo” comunicargliela,come avrebbe reagito?

Susanne si svegliò con la gola secca e un gran malditesta,le bruciavano gli occhi,la sera aveva bevuto?Non credeva,ma magari si era presa una sbronza e se ne era dimenticata.
Durante la notte aveva fatto un sogno orribile,il solo pensarci le faceva provare ancora angoscia.
Nel sogno lei e George erano intenti a parlare,scambiandosi qualche bacio ogni tanto,insomma occupati nel loro personale universo,quando all’improvviso arrivava Pattie,così bella,sorridente,perfetta,allungava la mano verso George,appena la vedeva il viso di lui si illuminava di gioia,gli occhi pieni d’amore le afferrava la mano e la baciava con passione.
Suze sentiva il corpo di piombo,non riusciva a muoversi,mentre sentiva il cuore andare in mille pezzi,alla fine riusciva a chiamare il suo nome,lo pregava di non lasciarla,ma lui e Pattie si mettevano a ridere come se avesse appena raccontato una spassosa barzelletta,sempre ridendo lei diceva - Pensi davvero che potrebbe scegliere TE?-poi lui la baciava di nuovo e se ne andavano mano nella mano,senza voltarsi indietro mentre lei continuava a gridare il suo nome.
Le veniva ancora da piangere,lo sapeva che stava facendo un errore,ma ugualmente non era stata in grado di fermare i propri sentimenti,presto ne avrebbe pagato le conseguenze in pieno,il sogno non era altro ciò che sarebbe accaduto non appena Pattie fosse tornata riprendendosi ciò che le apparteneva di diritto.
Doveva cercare di prepararsi all’inevitabile.
Più facile a dirsi che a farsi pensò con amarezza Suze.
In quel momento finalmente il suo cervello registrò l’assenza di George di fianco a lei nel letto,forse era andato agli studi?
Si fece una doccia cercando inutilmente di lavare via le proprie paure,andò in cucina ancora in accappatoio,i capelli bagnati e lo trovò lì che sorseggiava una tazza di the,appoggiato alla credenza,l’espressione seria,perso nei propri pensieri,come spesso lo aveva visto nelle foto,ogni volta si era chiesta a cosa stesse pensando,dove erano persi i suoi occhi scuri,ora poteva chiederglielo,ma aveva paura.
Sentiva di non essere l’unica a pensare che sarebbe successo tra pochi giorni,ma ricordava anche molto bene che lui le aveva messo in chiaro che non aveva intenzione di lasciare sua moglie,quindi probabilmente era impegnato a cercare un modo gentile per scaricarla.
I bellissimi occhi di lui si focalizzarono sulla ragazza,senza nemmeno augurarle buongiorno le disse con un tono funereo -Dobbiamo parlare Suze-.
Il peso che aveva nello stomaco si centuplicò al suono di quelle parole.Poteva solo significare una cosa.
Susanne si sedette pesantemente sulla sedia,le gambe non le reggevano.
-Stanotte ho pensato molto,veramente è un po’ che penso a noi due- come sempre il ragazzo non usava preamboli e andava dritto al sodo.
-Tra pochi giorni,tre per essere precisi Pattie tornerà a casa.Ciò che è nato fra me e te non è una semplice storia di sesso,una distrazione mentre ero solo a casa,tu sei molto importante per me,non voglio che tu pensi di essere una come le altre- la ragazza annuì,poteva fare solo quello,se avesse tentato di parlare sarebbe scoppiata a piangere e di certo non voleva che lui provasse pietà per lei.
-Ci ho pensato così tanto che ho rischiato di impazzire Suze...sento di stare cominciando ad innamorarmi seriamente di te- per un attimo la speranza fece capolino nel cuore della ragazza,forse dopotutto...-Ma non posso buttare via tutto ciò che ho costruito con Pattie,mi si spezza il cuore a dirlo,ma io e te dobbiamo troncare questa storia adesso-le ultime parole le disse singhiozzando,aveva cominciato a piangere,sentiva un dolore acuto al petto,non voleva lasciarla eppure doveva farlo,fino all’ultimo era stato indeciso,ma poi aveva pensato che lasciare Pattie sarebbe stato ancora più doloroso,ancora più difficile.
In quel momento però non ne era così sicuro,stava malissimo,vedeva il proprio dolore riflesso nei grandi occhi verdi di Suze,colmi di lacrime.
-Perdonami Suze...-mormorò scosso dai singhiozzi,la ragazza si alzò lentamente dalla sedia,le gambe le tremavano,allungò le braccia e strinse George in un abbraccio,le lacrime di lei che gli bagnavano la maglietta,quelle di lui si perdevano tra i capelli della ragazza -Sssshhh- disse Suze cullandolo -Sapevamo come sarebbe finita,non fartene una colpa...non rimpiango nulla George,i giorni passati con te sono stati i più felici della mia vita...- la voce le tremava,il dolore era troppo forte da sopportare,piano piano i due scivolarono lungo la credenza,sedendosi sul pavimento,sempre abbracciati,come se le braccia dell’altro fossero l’unica cosa che li teneva insieme...e forse era così.
Dopo molto tempo si alzarono per sedersi sul divano,tenendosi per mano,avevano pianto tutte le loro lacrime,si sdraiarono una nelle braccia dell’altro,senza parlare,consapevoli di quegli ultimi momenti di intimità.
Infine George sfinito scivolò in un sonno tormentato,Susanne rimase sveglia a guardarlo dormire,pensando,esattamente come aveva fatto lui durante la notte.
Ora conosceva davvero il significato della parola Amore,la loro storia era destinata al fallimento dall’inizio,lei non faceva parte di quel tempo,lui aveva già la sua vita con Pattie e anche se il loro matrimonio non sarebbe durato ancora a lungo non poteva essere lei la causa della rottura.
Si alzò in piedi per sedersi sulla poltrona dove poteva continuare a guardare George dormire,sapeva di doversene andare prima che lui si svegliasse,per risparmiare a sé stessa e a lui altro dolore,ma prima doveva fare una cosa importante,ma prima di andare in camera si avvicinò al divano,chinandosi su George lo baciò con dolcezza sulle labbra -Ti amo- mormorò piano.




CAPITOLO 13


George si svegliò di scatto...aveva avuto un orribile incubo,diceva a Suze che la loro storia non poteva continuare e gli occhi di lei,la sua espressione di puro dolore era insopportabile,come il dolore che lui stesso provava nel dire quelle parole maledette e proprio mentre si conviceva di aver avuto un incubo la terribile verità gli crollò addosso con tutto il suo carico di sofferenza.
Non era un incubo.Era tutto vero.
Nuove,calde lacrime gli solcarono le guancie,mentre la consapevolezza si faceva strada in lui,irradiando fitte di dolore in tutto il corpo.
La casa era al buio,dov’era Lei?Il panico prese il posto del dolore per un po’,si diresse quasi correndo nella loro camera.Vuota.
Esattamente come si sentiva lui.
Sulla scrivania vide una busta,l’aprì convulsamente,più che leggendola,divorandola con lo sguardo.
Non poteva essere vero.Voleva vendicarsi di lui prendendolo in giro?

caro George,
ho pensato fosse meglio andare via mentre dormivi per non essere costretti entrambi ad un doloroso addio,come ti ho già detto non rimpiango nulla,il tempo passato insieme a te rimarrà per sempre un ricordo prezioso nel mio cuore.Il ricordo più prezioso,insieme al mio Amore per te.
Proprio perché ti Amo devo dirti la verità,probabilmente penserai che sono pazza,o che ti sto prendendo in giro.
Ti giuro che non è così.
Lo so che fin dall’inizio hai pensato che fossi “un po’ strana” i miei capelli,i vestiti la mia confusione sulla data,sembravo fuori posto...beh,perché era davvero così.
Ti ho mentito su alcune cose,in realtà io sono nata nel 1979,sembra assurdo,lo so bene,ma io sono capitata qui non so come dal futuro.
Se stai ancora leggendo questa e non l’hai buttata nel cestino,forse ho una speranza perché tu mi creda.
Mentre stavo attraversando la strada ( nel mio tempo) ho avuto un’incidente,quando mi sono svegliata ero sdraiata a terra con te che mi guardavi,ero sicura di essere morta!
Non ho la minima idea di come o perché sia successo,ma non posso che ringraziare per ciò che mi è capitato,perché ho potuto conoscere te e i ragazzi.
Ti prego di credermi George,nella busta ti ho lasciato la mia carta di identità,sulla scrivania c’è una rivista che avevo appena comprato prima di avere l’incidente.
Mi conosci,sai che non ti prenderei mai in giro,è la verità.
Se dovessi riuscire a tornare nel mio tempo verrò da te.Sperando che nel frattempo tu non mi abbia dimenticato.
Ti amo.
Susan

George si sentiva male,possibile che Suze fosse pazza?Guardò nella busta,c’era davvero una carta d’identità,sembrava vera...la data di nascita corrispondeva...
1979 era stata rilasciata nel 1998.
Nella foto Susanne sorrideva,aveva un taglio di capelli davvero assurdo,cortissimi con delle ciocche rosa,chi si sarebbe fatto i capelli così?”Perlomeno non nel 1968” pensò George,sentiva una patina di sudore freddo ricoprirlo completamente,era forse impazzito anche lui?!I documenti si possono falsificare!
Si avvicinò con circospezione alla scrivania,c’era una rivista,in copertina una modella così magra da far sembrare Twiggy obesa indossava un vestito praticamente trasparente,i nomi degli stilisti erano quasi tutti sconosciuti,lo stile completamente diverso da quello attuale.
Fece scorrere le pagine fino a che una rubrica attirò la sua attenzione
NEW FLOWER POWER,LA MODA RISPOLVERA IL ’68. C’erano delle foto di modelle magrissime che indossavano vestiti simili a quelli di moda,ma erano “strani”,non riusciva a trovare un’altra definizione.
Falsificare un documento era una cosa,ma stampare un’intero giornale era un altro discorso,era impossibile architettare una burla così complicata!
Cominciò davvero a credere alla storia assurda di Suze...dovevano assolutamente chiarire la situazione!ma ora dov’era?Non conosceva nessuno,non aveva un posto dove andare!
Senza nemmeno pensarci uscì a cercarla in macchina.

Mentre scriveva la lettera Suze continuò a piangere senza sosta,non credeva possibile che un essere umano potesse piangere tanto senza morire disidratato,quel pensiero la fece sorridere un poco.
Chiuse la busta,appoggiandola vicino alla copia di Cosmopolitan.
George era ancora addormentato sul divano,non poteva andarsene senza guardarlo un’ultima volta,era rischioso,poteva svegliarsi da un momento all’altro.
I morbidi capelli castano scuro gli ricadevano sul viso,glieli scostò con dolcezza,quanto avrebbe voluto guardare quei bellissimi occhi,che sembravano neri,specchiarvisi per un’ultima volta...ma non era possibile,doveva andare via.
Si chinò su di lui,sfiorandogli le labbra con un leggero bacio,probabilmente non l’avrebbe rivisto mai più.
A questo pensiero il cuore le si strinse dolorosamente nel petto,meglio non pensarci,si disse mentre lentamente,per fare il meno rumore possibile apriva la porta di casa,lasciando dietro di sé il proprio cuore.nel momento in cui chiuse la porta sentì George che si svegliava.
“Presto”pensò Suze.
Il sole cominciava a tramontare,inondando il mondo di una calda luce rosa-arancione,Susanne camminava come in trance,un piede davanti all’altro,portata avanti per inerzia.
Cercava di non pensare,pensare portava dolore,meglio rimanere in uno stato di semi-incoscienza...pensare a lui...i suoi occhi,il suo sorriso,le sue mani,le sue labbra...una nuova,profonda fitta di dolore le attraversò il petto,senza rendersene conto si portò la mano stretta a pugno sul cuore,come se potesse calmare la sofferenza...tutto inutile.
Per prendere l’autobus doveva attraversare la strada.
Mise il piede giù dal marciapiede.Non sentì nemmeno lo schianto.Buio.


CAPITOLO 14

“non può essere andata molto lontano”pensò George per l’ennesima volta.
In mezzo alla strada c’era una piccola folla attorno ad una macchina una signora gridava sconvolta - l’ho vista!la macchina l’ha investita!- BUM!Il cuore di George cedette,SAPEVA che stavano parlando di Suze.
-Ma allora dov’è finita?- chiese un signore -Non lo so!è sparita nel nulla!Un’attimo prima era davanti alla macchina,quello dopo era sparita!- Il cuore riprese a battergli,rilasciò il fiato che aveva trattenuto senza accorgesene.
-è vero!-disse il guidatore dell’auto - mi si è parata davanti alla macchina all’improvviso,ho frenato e quando sono sceso a controllare la ragazza non c’era!-
George sentì il cuore ricominciare a battere...forse...forse Suze era in qualche modo tornata a casa,nel suo tempo,quel pensiero fece sollevare un’angolo delle labbra del ragazzo,ma immediatamente tornò serio quando si rese conto che in quel modo non avrebbe mai più incontrato Suze,nemmeno per caso,incrociandola per strada.
Come si faceva a sentire così tanto dolore senza nemmeno essere realmente feriti?Si domandò il ragazzo,mentre insieme al dolore cresceva la consapevolezza di averla persa ed insieme ad essa cresceva la disperazione di non aver capito quanto fosse importante averla accanto.


-Signorina,sta bene?- sentì delle voci,un brusio fastidioso,le faceva male la testa e la schiena...era sdraita su qualcosa di duro,veramente duro,come...come l’asfalto.
Aprì gli occhi,una folla di gente dall’aria preoccupata la scrutava “Mmmmhhh...ho come un deja vù” pensò ironicamente.
Tentò di mettersi seduta tra le proteste della gente -Non dovrebbe muoversi,dovrebbe aspettere l’ambulanza!- le disse una signora di mezza età che indossava un paio di orrendi jeans coi brillantini.Jeans coi brillantini?
Si guardò intorno lentamente.Niente pantaloni a zampa d’elefante,niente baffi tipo tricheco,niente di psichedelico.Solo la solita normalità del terzo millenio.
Era tornata a casa.
Scoppiò in un pianto disperato.E allora perché si sentiva così profondamente disperata?
-Le fa male da qualche parte?- le chiese con gentilezza un signore in giacca e cravatta,riuscì solo a scuotere la testa in segno di diniego “In realtà mi fa male il cuore”pensò “davvero male”.
Era vestita esattamente come quando era uscita di casa,”è stato solo un sogno...solo un sogno...”questa consapevolezza la fece piangere ancora di più,quasi in modo isterico,le persone che le stavano accanto credevano fosse sotto shock per via dell’incidente.
Susanne cercò un fazzoletto nella borsa per cercare di arginare il fiume di lacrime e mentre stava frugando,trovò il volantino che pubblicizzava l’incontro all’università con Mr Geroge Harrison,aprì di scatto la bocca per lo stupore,era lì che stava andando prima di essere coinvolta nell’incidente!Forse avrebbe ancora fatto in tempo...-Che ore sono?- chiese quasi gridando alla signora coi jeans -L-le 10 e 30- rispose quella stupita “Ce la posso fare,ma devo correre” pensò Suze mentre si alzava -Sto,bene,non vi preoccupate,la colpa è stata mia,non guardavo dove stavo andando,ora scusate,ma DEVO proprio andare!-
Provò a poggiare il peso prima su un piede e poi sull’altro,per fortuna non aveva niente di rotto,cominciò a camminare in direzione dell’Università quando un tizio la trattenne per un polso - Non può andarsene via così!Potrebbe essersi fatta male e al momento non se ne rende conto!- Susanne tirò il braccio con violenza per liberarsi della stretta di quell’uomo -Mi lasci stare!DEVO ANDARE DA LUI!- gridò ormai sull’orlo delle lacrime,si fece strada fra le persone che si erano fermate a guardare e iniziò prima a camminare velocemente,quando vide che ce la faceva aumentò ancora il passo fino a correre,aveva un solo,unico pensiero “Sto arrivando...aspettami...sto arrivando!”.
Finalmente vide la sagoma dell’Aula Magna dell’Università dove si sarebbe svolta la conferenza,fece un’ultimo,disperato sforzo e aumentò ancora il passo,il tizio fuori la guardò con sgomento,doveva avere un’aspetto terribile,ma chi se ne importa?
L’aula era gremita,la conferenza era già iniziata,Suze si fermò in fondo a riprendere fiato e sistemarsi un po’,ma poi sentì la SUA voce...calda,calma,sembrava cullarti,il cuore le batteva così forte che era sicura che tutti lì dentro potessero sentirlo...George stava parlando del processo creativo che portava alla nascita di una canzone,spiegava tutto molto chiaramante,facendo ridere tutti con le sue battute,Suze era inchiodata al pavimento,non riusciva a muoversi,avrebbe voluto corrergli incontro e buttarsi fra le sue braccia...certo,per lui gli anni erano passati,ma ai suoi occhi era sempre l’uomo di cui si era innamorata,i suoi occhi,così magnetici,che ogni volta sembravano leggerle dentro erano sempre gli stessi,lui era sempre George,doveva fare qualcosa per sapere se era stato un sogno.
Nel frattempo George aveva finito di parlare e il pubblico poteva fargli delle domande,qualcuno gli chiese dell’uso di LSD quando componeva,qualcun altro se essere un Beatle fosse una condanna a vita per la propria privacy e poi una ragazza con il viso rosso come un pomodoro si alzò e disse - Ho letto che l’ispirazione per Here Comes The Sun le è venuta guardando fuori dalla finestra mentre era negli uffici della Apple,ma anche che stava pensando ad una ragazza...- Il viso di George si fece improvvisamente triste,gli occhi gli si incupirono -è così- disse in un sussurro,si schiarì la voce,bevve un sorso d’acqua,forse Suze aveva visto male,ma sembrava che gli stesse tremando un po’ la mano.
- Era una ragazza molto speciale che conobbi nel ’68,ne ero innamorato profondamente,lei per me era il sole,mi scaldava l'anima- la ragazza che aveva fatto la domanda chiese timidamente - Ma all’epoca lei non era sposato con Pattie Boyd?- George fece il suo tipico sorriso sghembo,sebbene fosse un sorriso triste - Ero sposato con Pattie,ma non ho mai detto di essere un santo,avevo un comportamento molto...aperto diciamo così,comunque questa ragazza non era la solita scappatella,ma in ogni caso io ero sposato e la storia finì.- sempre la stessa ragazza chiese con un filo di voce - L’ha mai più vista?- -No- rispose secco George,ormai al limite massimo di sopportazione - Ora,scusate,ma devo andare,grazie mille per aver partecipato,è stato davvero un piacere,buona giornata a voi tutti- si girò per raggiungere la sala dove aveva lasciato alcune cose e il mondo si fermò.
Senza nemmeno accorgersene Susanne si era avvicinata al palco mentre George parlava della loro storia d’amore,quando lui si girò per andare via lei era lì,vide il viso dell’uomo che amava farsi pallido come un lenzuolo,gli occhi si spalancarono,la bocca aperta per la sorpresa e poi le labbra che pronunciavano il suo nome,senza voce.
Non era stato un sogno.Era tutto vero!Suze face per avvicinarsi a lui,ma un tizio della sicurezza la fermò -No!- disse George,ancora pallido - La conosco- detto questo la prese con decisione per un polso e la portò dietro le quinte,nella saletta adibita a “camerino” disse alle persone del suo staff di rimanere fuori e non far entrare nessuno,dopodichè spinse dentro la stanza Suze,entrando anche lui,chiuse la porta e ci si appoggiò contro - Chi diavolo sei?- le chiese,la voce carica di rabbia Susanne era impietrita,era sicura che l’avesse riconosciuta,che sarebbe stato almeno felice di rivederla - George,sono io,Suze!Hai letto la lettera che ti ho lasciato?Lo so che sembra assurdo,ma era tutto vero!Mi sono risvegliata dall’incidente ed erano passati solo pochi minuti,ma io ero sicura di aver vissuto con te...credevo di essere impazzita,sono corsa qui...e ti ho trovato!te l’avevo detto che sarei tornata!- tese le braccia per stringerlo forte a sé,ma lui le bloccò i polsi,stringendo quasi fino a farle male,Suze alzò il viso e rimase stupita dallo sguardo di lui,i suoi splendidi occhi erano due pozzi neri di rabbia pura,parlò fra i denti,sputando le parole,come se fosse veleno - Se sei davvero TU,credevi davvero che sarei stato felice di vederti?!Cosa ti aspettavi?Ho passato 30 anni nella speranza di vederti riapparire,ho finito col pensare di aver sognato tutto,di essere momentaneamente impazzito!!Ti ho lasciata per salvare il mio matrimonio,ma non è servito a niente!Anche il matrimonio con Olivia è andato male- fece una risata amara,che le fece correre i brividi lungo la schiena -Continuavo a pensare a TE!Continuavo a paragonarla a TE!Alla fine anche lei si è stancata e il matrimonio è finito,grazie a Dio non mi odia,non ha mai detto niente a Dhani,ma ha sempre
saputo che c’era un’altra...e adesso rispunti fuori e pretendi...cosa vuoi?COSA VUOI DA ME??-
Susanne aveva la vista offuscata,le lacrime le impedivano di vedere il suo viso,il cuore era in pezzi,credeva non ci fosse nulla di peggio che sentirlo dire che doveva stare con la moglie,ma QUESTO era cento volte peggio,tutto,ma non il suo odio,il suo disprezzo non poteva proprio sopportarlo.
-V-volevo solo essere s-sicura di non aver sognato...v-volevo vederti George...- - Non dire il mio nome!- gridò lui scuotendola - Non riesco a sentirti pronunciare il mio nome!Ho sofferto come un cane per trent’anni!Trent’anni!Guardami!Potrei essere tuo padre!Cosa ti aspettavi?E Vissero Per Sempre Felici E Contenti?Non è così!- - Per me sei sempre lo stesso uomo di cui mi sono innamorata!Potresti avere cent’anni e non me ne importerebbe di meno!!IO TI AMO!-
-Io non più.- disse lui freddamante,lasciandole andare le mani - Ho avuto trent’anni per farmela passare,ora mi hai visto ed io posso andarmene e tornare alla mia vita.Addio.-
Detto questo prese i propri effetti personali ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Suze scivolò lentamente sul pavimento e si ranicchiò in posizione fetale,piangendo disperata,era come se le avessero strappato il cuore e gettato fuori dalla finestra,non solo George non ricambiava più il suo amore...la odiava!
Aveva la nausea,sentiva di dover correre in bagno a vomitare,ma non riusciva a muoversi,voleva solo chiudere gli occhi e dimenticare tutto,cadere nell’oblio;invece rimase lì, a singhiozzare rumorosamente,tanto da non sentire la porta che piano piano si apriva.

EPILOGO

Suze rimase sul pavimento,le lacrime continuavano a scorrere,non sapeva quanto tempo fosse passato da quando George era uscito,all’improvviso sentì un rumore sommesso alle proprie spalle,forse era un’addetto alla sicurezza che voleva farla uscire...che vergogna!farsi vedere in quel patetico stato da uno sconosciuto!
Si girò piano,e si trovò davanti a George,aveva un’espressione di puro dolore negli occhi.Erano arrivate le allucinazioni,quella era l’unica risposta possibile.
Eppure sembrava così reale,Susanne allungò il braccio per toccare quella magnifica illusione...era vero!Era davvero George,con labbra tremanti la ragazza sussurrò il suo nome,- Suze...-disse lui con voce disperata - Perdonami,ma quando ti ho vista...ho creduto di essere impazzito e poi tutti quegli anni in cui ti ho aspettata,sperando sempre che ti avrei rivista e invece non succedeva mai,mi sono detto che comunque non potevamo più stare insieme,la differenza d’età è enorme!Mi sono odiato per averti respinta quel giorno,tanti anni fa e mi ero ripromesso che se mai ne avessi avuto occasione non avrei più fatto lo stesso errore...e invece...ti ho scacciata,ti ho ho detto la bugia peggiore,ho detto che non ti amo più,ma non è vero!Non ho mai smesso!Sapevo che eri la cosa migliore che mi fosse capitata nella vita e ho lasciato che uscissi dalla mia vita senza fare nulla,ma non rifarò di nuovo quello sbaglio!Ti prego,puoi perdonarmi?- Suze lo guardava con gli occhi spalancati,le labbra che tremavano,le guance ancora bagnate dalle lacrime versate per lui -Ti prego,dì qualcosa- disse George inginocchiandosi davanti a lei per poterla guardare negli occhi.
Susanne non disse nulla,non ne era in grado,le parole proprio non le uscivano dalla bocca,così fece qualcosa,si buttò fra le braccia dell’uomo che amava,nonostante gli anni passati era sempre George e a lei delle rughe sul suo volto non importava nulla.
Sentì le braccia di lui stringerla forte,come se avesse paura di perderla ancora,ma questa volta non sarebbe successo,questa volta sarebbe stato davvero “E vissero felici e contenti”.
Ovviamente il matrimonio di un ex Beatle con una ragazza molto più giovane fece scalpore,tutti erano convinti che a lei interessassero solo i soldi e che non sarebbe durata a lungo,col tempo dovettero ricredersi,chiunque li vedeva insieme capiva subito che il denaro non c'entrava nulla,quello non era un matrimonio di interesse,ma d'amore,un amore iniziato nel 1968.
 
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3 replies since 19/7/2009, 21:31
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Vaniloquio
view post Posted on 21/7/2009, 12:04




Grazie Anto!! :wub:
 
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Y.EsteR.day
view post Posted on 25/7/2009, 15:36




Fantastica!! *_____* scrivi benissimo!!
peccato che non posso rileggermela tutta adesso...ma stasera a domani torno!!

QUOTE
lei si sentì sprofondare in quello sguardo color cioccolato...scuro,magnetico

*____*


SPOILER (click to view)
grandissima Anna per averla richiesta xD
 
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MelinanileM
view post Posted on 25/7/2011, 01:54




Commovente :cry:
Brava!!
Una domanda:

John si è salvato?

Edited by MelinanileM - 25/7/2011, 10:01
 
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3 replies since 19/7/2009, 21:31   650 views
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